Una conferenza realizzata in collaborazione con i CSV della Campania e vissuta all’insegna del confronto ampio e partecipato, grazie agli oltre 270 partecipanti di 60 CSV presenti (i CSV soci sono 69 su 72 attivi in Italia) a cui si sono uniti importanti interlocutori del sistema dei Centri di Servizio. Otto gruppi di lavoro tematici hanno animato il dibattito, uno dei quali ha ospitato rappresentanti delle reti nazionali che si sono rese disponibili a riflettere insieme sulle attuali sfide della promozione del volontariato con l’obiettivo comune di coinvolgere una fascia sempre più ampia di popolazione, ed in particolare i giovani, in una esperienza di fattiva solidarietà. In Conferenza presenti esponenti di Anfass, Anpas, Anteas, CDO Opere sociali, Centro Sportivo Italiano, Lega Ambiente, Libera, Mo.Vi., Touring Club oltre a ConVol.
Significativo è stato poi il confronto con le istituzioni, in particolare con i relatori della Riforma del Terzo Settore. Molti sono gli aspetti ancora da chiarire e permangono motivi di forte preoccupazione sull’impianto della riforma ma non mancano punti di convergenza. CSVnet si è riconosciuto in sintonia con le argomentazioni avanzate dai relatori – on. Donata Lenzi e sen. Stefano Lepri – convinti della necessità che i CSV del “dopo Riforma” assicurino, nella propria governance, pieno coinvolgimento ed ampia partecipazione del volontariato locale.
“Il principio della “porta aperta” – dichiara Stefano Tabò, presidente di CSVnet – è già contenuto nelle nostre linee guida elaborate nel 2011. In base a tale impostazione, si tratta di assicurare regole e strumenti per consentire alle organizzazioni di volontariato presenti in un dato territorio di concorrere alle scelte strategiche del proprio CSV, ivi compresa l’elezione dei suoi organi sociali. È il momento di convenire sul fatto che questa sia condizione necessaria alla gestione di tutti i CSV”.
CSVnet, non a caso, ha da subito accolto l’idea di una riforma normativa inerente alla gestione e al controllo dell’attività dei CSV, auspicando pubblicamente criteri e procedure comuni a tutte le regioni del nostro Paese.
Il principio della “porta aperta”, dunque, non è il solo che si può e che si deve prendere in considerazione: c’è in gioco un progetto complessivo destinato ad assicurare coerenza e qualità nella promozione del volontariato italiano. Risulta tuttavia evidente che occorre dare concretezza e fattibilità ad ognuna delle affermazioni teoriche del futuro dettato normativo. CSVnet, pertanto, si impegna da subito ad evidenziare e mettere a disposizione le diverse soluzioni contenute negli statuti con le quali numerosi CSV hanno fin qui concretamente declinato il principio della “porta aperta” nella propria governance.
Portare a fattor comune le buone prassi esistenti è uno dei compiti di CSVnet ma è anche uno degli obiettivi della Riforma”.