Si è svolto il secondo appuntamento del percorso “Connessi…ma soli”, organizzato da Fondazione Città Solidale e destinato ai minori ospiti dei gruppi appartamento della Calabria, e non solo, e delle Comunità Ministeriali della Regione. Un messaggio che i giovani ospiti afferenti alla realtà, guidata da Padre Piero Puglisi, hanno voluto lanciare ai loro coetanei che vivono nella stessa situazione. Il percorso era iniziato in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti per l’Infanzia ed Adolescenza con il coinvolgimento degli istituti scolastici della provincia di Catanzaro e la presentazione in anteprima di un video realizzato, proprio dai minori, sulla dipendenza dai social ed è proseguito con il lancio di un altro corto sul tema del Body Shaming. Ad arricchire l’esperienza, oltre ai minori ospiti di Città Solidale, la presenza di tanti giovani accolti da servizi del privato sociale della Calabria, da Lamezia Terme a Reggio, ma soprattutto il coinvolgimento di realtà della Puglia e della Basilicata. Insieme, operatori e ragazzi, hanno ascoltato, dopo la proiezione dei video e i saluti di benvenuto del presidente di Città Solidale, le relazioni di specialisti ed operatori del Settore. A trattare l’aspetto psico-diagnostico Nicole Gagliardi, che collabora da tempo con la Fondazione. Gli aspetti più tecnici, di come circola l’informazione in rete, sono stati forniti dal Vice Ispettore Anna Curcuruto della Polizia Postale, la quale, attraverso anche storie di vita e tanti esempi, ha dato l’opportunità ai ragazzi di comprendere le differenze tra reale e virtuale e di come si possono utilizzare i moderni strumenti con le dovute protezioni. La dirigente del Centro di Giustizia Minorile Mastropasqua ha condotto i minori nella ricerca più profonda dei valori e dell’umanità nascosta dalle relazioni, quelle vere, e ha soprattutto sottolineato alle ragazze come la bellezza sia altra cosa rispetto ai like, e di come un uso improprio del proprio corpo e della femminilità possa condurre, anche involontariamente, all’interno di un circuito di violenza. Proprio su quest’ultimo termine si è soffermato il direttore della Comunità Ministeriale di Catanzaro, Massimo Martelli. Citando il compianto giudice Caruso, ha spiegato ai ragazzi come il termine violenza derivi da vis, forza. Martelli ha utilizzato la metafora dell’acqua e di come la sua forza, la sua violenza, se non ben direzionata, possa generare distruzione e quanto, di contro, sia invece generatrice di vita e di fecondità. Ha poi raccontato di come chi arriva in una comunità sia portatore di un’esperienza carica di conseguenze, ma viva l’opportunità di nuove possibilità di crescita e confronto. Opportunità di crescita e di confronto colta anche in questo webinar per tutti i partecipanti (operatori del sociale, educatori e minori) che hanno interagito nonostante le distanze, e che si sono salutati con un abbraccio simbolico con l’augurio di buon cammino e auspicando l’avvio di una nuova rete, transregionale, più ampia e più proficua.
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