Da Catanzaro a Treviso per fare volontariato

Hanno sacrificato parte delle proprie vacanze natalizie per fare volontariato. Ed hanno scelto una meta lontana ma molto organizzata come la comunità Emmaus di Treviso per prestare il proprio contributo, grazie all’iniziativa del gruppo Emmaus di Catanzaro. Cinque studenti delle ultime classi dell’Istituto Industriale – Domenico Corapi, Roberto Brancati, Giuseppe Capace, Luca Parise e Giorgio Guarnieri, assieme ad una volontaria di Emmaus, Emanuela Mazzei – sono partiti subito dopo Natale, alla volta della fredda Treviso, per fare esperienza di comunità dopo aver accolto l’invito di Mariaconcetta Infuso, presidente di Emmaus Catanzaro, che aveva fatto visita alla loro scuola qualche giorno prima.

Le spese di viaggio, che sono state affrontate dal Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro – per mezzo del bando per le microazioni partecipate volto a sostenere le attività di promozione del volontariato più significative delle associazioni del territorio – hanno dato concretezza, dunque, ad una proposta progettuale che il gruppo catanzarese di Emmaus aveva in serbo da tempo. In questo scambio “operativo” tra comunità che condividono le medesime attività, ovvero dare accoglienza e restituire dignità ai diseredati del mondo, secondo i dettami del fondatore Abbè Pierre, si è condensata un’esperienza molto forte e a tratti dura per i sei giovanissimi volontari.

L’intera settimana è stata scandita dal rispetto degli orari e dei turni di lavoro, che in qualsiasi comunità Emmaus sparsa per il mondo si estrinsecano nella raccolta degli indumenti e dei mobili usati e del ferro, preceduta da una meticolosa attività di volantinaggio da tenersi casa per casa, e seguita dalla loro puntuale sistemazione (e differenziazione in deposito per il riutilizzo, per quanto riguarda i ferri) a fini espositivi tra gli scaffali del mercatino solidale.

I ragazzi, che nei giorni scorsi, nella sede del CSV, hanno reso partecipi della loro intensa settimana a cavallo di Capodanno i volontari Emmaus e la dirigente scolastica dell’Industriale, Teresa Romano, hanno definito l’esperienza appena trascorsa un’occasione di arricchimento personale straordinaria, specie al momento in cui si entrava in contatto con i destinatari di tutto il lavoro, ovvero i “comunitari”. La sera di Capodanno, che li ha visti condividere il pasto con loro, è stato forse il momento più significativo: i giovani catanzaresi, infatti, non si sono limitati a cucinare per la comunità, ma hanno anche fatto animazione con l’ausilio di una chitarra e della voglia di stare insieme. E l’anno nuovo li ha colti al momento della tombola.
Forse la mole di lavoro li ha trovati un po’ impreparati (nelle comunità Emmaus la fatica è ben distribuita tra coloro che vi gravitano attorno), ma di certo, un’esperienza così – che ha loro permesso di venire a contatto con la miseria più vera e con quello che si fa per arginarla, ed anche di farsi apprezzare per la compostezza del comportamento (tanto da far superare i tradizionali pregiudizi che si sprecano nei confronti dei meridionali) – non potranno dimenticarla.

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