Si apre oggi a La Valletta (Malta) il summit che vede riuniti i leader dei paesi europei e di alcuni stati africani. Si parlerà di come affrontare la crisi migratoria nel Mediterraneo. Sul piede di guerra le associazioni: “Si barattano i soldi della cooperazione in cambio di espulsioni”.
ROMA – Affrontare le cause profonde della crisi migratoria per contribuire alla creazione di pace, stabilità e sviluppo economico; migliorare il lavoro di promozione e organizzazione di canali di migrazione legale; rafforzare la protezione dei migranti e dei richiedenti asilo, in particolare dei gruppi vulnerabili; contrastare in maniera più efficace lo sfruttamento e il traffico di migranti e collaborare più strettamente per migliorare la cooperazione in materia di rimpatri e riammissioni. Sono questi i cinque punti al centro del vertice internazionale che si apre oggi a La Valletta (Malta) e che per due giorni vedrà i leader europei e africani confrontarsi, insieme alle organizzazioni internazionali, sulla crisi migratoria che interessa il Mediterraneo. Intorno al tavolo siederanno i rappresentanti di 35 Stati africani, dell’Unione africana e della Cedeao (Commissione dei Paesi dell’Africa dell’ovest) e 28 capi di governo europei.
Stretta sui rimpatri: funzionari africani in Ue per identificare i migranti irregolari. L’incontro, che sulla carta, si basa sul dialogo e la cooperazione di fatto presenta non poche criticità. L’obiettivo degli Stati europei, infatti, è quello di accelerare sul fronte dei rimpatri stringendo accordi con i principali paesi di origine di quei migranti che non hanno diritto alla protezione internazionale. Per questo, secondo alcune indiscrezioni circolate in questi gironi, durante il vertice verrà proposto l’invio in Europa di funzionari di dieci Stati africani con l’obiettivo di identificare più facilmente la nazionalità dei migranti irregolari e facilitarne il rimpatrio verso i paesi di origine. Ma l’esito dell’accordo non è affatto scontato, sono i paesi africani a dire l’ultima parola, su quello che è il punto centrale del summit. “Una politica di rimpatrio efficace e umana non è in contraddizione con una politica migratoria più aperta – si legge nel documento di presentazione del vertice redatto dal Consiglio europeo -. Garantire il rimpatrio dei migranti irregolari è essenziale per rafforzare la credibilità delle politiche dell’Ue nel settore della protezione internazionale e della migrazione legale”.
Più accessi legali in Ue: misure per chi arriva per lavoro, ricerca e formazione. Parallelamente verranno illustrate alcune misure che l’Ue sta pensando per agevolare gli ingressi legali dei migranti nell’Unione sia per motivi di lavoro che di studio. “L’Ue mira a migliorare la gestione dei flussi migratori legali al fine di massimizzarne l’impatto positivo sia nello sviluppo dei paesi partner africani che negli Stati membri dell’Ue – spiega ancora il Consiglio -. Sono in corso diverse iniziative nel settore della migrazione di manodopera, in particolare: un riesame, da parte della Commissione, della direttiva sulla ‘Carta blu’, misure della Commissione europea sulla migrazione legale per motivi di lavoro. Sono inoltre in corso discussioni su un nuovo regolamento relativo all’ingresso di cittadini di paesi terzi a fini di ricerca e studi”.
Rafforzare la protezione dei migranti e richiedenti asilo. Si parlerà anche di come tutelare le persone che arrivano in Europa in cerca di protezione. Sul tavolo, ancora una volta, la questione della creazione di un sistema unico di asilo per superare le divisioni che ci sono tra i diversi Stati membri. Ma anche le operazioni di salvataggio come Triton.
Contrastare il traffico di migranti. Gli Stati europei proporranno, poi, il rafforzamento delle misure di contrasto al traffico di migranti, attraverso operazioni militari come Eunavfor med, operazione partita in primavera e che nella prima fase si è concentrata sulla sorveglianza e sulla valutazione delle reti dedite alla tratta e al traffico di esseri umani. La seconda fase, iniziata il 7 ottobre 2015, consentirà all’operazione di procedere a fermi, ispezioni, sequestri e dirottamenti in alto mare di imbarcazioni sospette. Infine si parlerà di come contrastare le cause all’origine dell’immigrazione attraverso programmi di cooperazione tra paesi e azioni diplomatiche.
Associazioni sul piede di guerra: “Ue cinica, baratta i fondi della cooperazione con l’espulsione dei migranti”. In concomitanza con il vertice, sono tante le organizzazioni che si occupano di diritti dei migranti che fanno sentire la propria voce. Il sospetto, come sottolineano in molti, è che gli Stati europei vogliano stringere accordi commerciali e di cooperazione con gli Stati africani per far sì che questi ultimi rendano più facili i rimpatri. Proprio per questo l’Arci promuove oggi, alla Camera, una conferenza stampa sul tema. “Emerge la cinica determinazione dell’Ue e dei paesi che ne fanno parte a trattare accordi commerciali e la concessione di fondi allo sviluppo in cambio di facilitazioni nell’espulsione e riammissione di migliaia di migranti africani oggi presenti in territorio europeo”. All’incontro stampa saranno presenti Filippo Miraglia, vicepresidente nazionale Arci; Padre Mussie Zerai, Agenzia Habeshia; Erasmo Palazzotto, vicepresidente Commissione Affari Esteri della Camera; Lia Quartapelle, ufficio di presidenza Commissione Affari Esteri della Camera e coordinatrice intergruppo parlamentare sulla cooperazione internazionale; Paola De Meo, Terranuova e Aoi. (ec)
11 novembre 2015
Fonte Redattore Sociale