La Calabria è seconda solo alla Sicilia per il numero di beni confiscati: dei 1650 immobili, tra appartamenti e terreni, sottratti alla disponibilità di persone malavitose, ben 179 sono stati assegnati ad enti privati no profit. Ma le difficoltà nella gestione sono spesso insormontabili, come hanno dichiarato – nel corso del seminario di “Libera” sui beni confiscati finanziato dal Programma Operativo Nazionale FESR, tenutosi mercoledì in Prefettura – Isa Mantelli, in rappresentanza del Centro Calabrese di Solidarietà, e Giuseppe Bolzoni della Comunità Progetto Sud. Entrambi hanno vissuto sulla propria pelle le paure legate all’assegnazione di una struttura di proprietà dell’’ndrangheta, ma le hanno superate in nome di una responsabilità sociale che si affida alle buone idee ed alle buone pratiche che costruiscono comunità.
Dall’impegno del sindacalista Pio La Torre contro le mafie, alla raccolta di un milione di firme che ha permesso di emanare la legge 109/96 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati, di acqua sotto i ponti ne è passata molta, ma molto c’è ancora da fare, secondo quanto affermato, in ordine di tempo, dal prefetto di Catanzaro Luisa Latella, da Umberto Ferrari del gruppo di monitoraggio dei beni confiscati di “Libera”, dal vicepresidente nazionale di “Libera” Davide Pati e da Paolo Florio dell’Unione Nazionale dei Giovani Commercialisti ed Esperti Contabili, tutti opportunamente moderati da Donatella Monteverdi, responsabile di “Libera” a Catanzaro. L’intervento di Pati, in particolare, ha messo in evidenza il ruolo di coordinamento svolto dalle Prefetture, il lavoro di programmazione che dovrebbe essere portato avanti dalle Regioni, e l’apporto fondamentale dell’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati con sede a Reggio Calabria, tenuto conto che nessuna regione è più esente dal fenomeno della confisca, visto che ormai si contano a livello nazionale ben 16mila beni sottratti ai poteri mafiosi ed assegnati a 450 realtà associative complessive. Tuttavia, come ha sottolineato Florio, non è tanto nella procedura di assegnazione ma nella fase della confisca definitiva – a cui si arriva dopo sette anni – che occorrerebbe intervenire, al fine di tutelare le associazioni assegnatarie e velocizzare i tempi di operatività.
Ufficio stampa CSV Catanzaro