Il testo del Disegno di Legge di Bilancio presentato dal Governo non prevede gli incrementi progressivi degli stanziamenti destinati al Reddito d’Inclusione (Rei) richiesti dall’Alleanza contro la povertà, che avrebbero permesso di giungere ad una misura universale (rivolta a tutti i poveri assoluti) e adeguata (nell’importo dei contributi economici e nella disponibilità di servizi). Ciò detto, sono comunuqe previsti finanziamenti ulteriori, che portano la dotazione del Fondo povertà a 2059 milioni annui nel 2018, 2545 nel 2019 e 2745 a partire dal 2020. Poiché all’inizio della legislatura si partiva da zero, ed alla luce del pluridecennale disinteresse della politica italiana nei confronti della povertà, si tratta di un risultato di indubbia portata. Bisogna darne atto a questo Governo e a quello che l’ha preceduto.
La legge di Bilancio accoglie una richiesta che l’Alleanza formula da anni: il superamento della categorialità a favore di una logica universalistica, secondo la quale non c’è una gerarchia fra i poveri, ma tutti sono uguali. Si prevede, infatti, il progressivo superamento delle categorie per l’accesso al Rei, cosìcchè lo potranno ricevere tutti i soggetti – oggi circa uno su due – che si trovano al di sotto delle soglie economiche attualmente previste. Un’altra richiesta dell’Alleanza che è stata accolta riguarda l’incremento degli importi per le famiglie con 5 persone o più, le quali risultavano svantaggiate dal disegno iniziale della misura.
Il cammino da compiere per dotare il nostro Paese delle risposte di cui necessita contro la povertà è – come evidenziato nel “Rapporto di Valutazione: dal SIA al REI” realizzato dall’Alleanza contro la Povertà – ancora lungo. A tal fine, l’Alleanza ritiene necessario concludere la legislatura costruendo le migliori condizioni possibili per lavorare in questa direzione. In particolare, bisogna agire sui servizi di welfare locale, cruciali per un’efficace attuazione del Rei e in Italia tradizionalmente trascurati.
L’Alleanza richiede, pertanto, che nel dibattito parlamentare siano introdotte le seguenti modifiche alla Legge di Bilancio:
elevare dal 15% al 20% del Fondo povertà la quota dei finanziamenti destinati ai Comuni per la realizzazione dei percorsi d’inclusione sociale
prevedere la possibilità di utilizzare queste risorse per assumere in forma stabile figure professionali sociali qualificate laddove le piante organiche dei comuni risultassero deficitarie.
La riforma sarà credibile solo a condizione di rendere effettiva, seppure in modo incrementale, la capacità dei servizi territoriali di costruire percorsi di integrazione personalizzati e duraturi.
Il “Rapporto di Valutazione: dal SIA al REI” realizzato dall’Alleanza contro la Povertà offre alcuni elementi di comprensione dei processi di implementazione della prima fase del Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA) che potranno avere importanti risvolti negli anni a venire sull’efficacia del Reddito di Inclusione (REI).
Dal Rapporto emergono alcune raccomandazioni che interpellano diversi attori e livelli di governo (nazionale, regionale e locale), per:
Rafforzare le strategie di implementazione del REI: auspichiamo un consolidamento del ruolo di programmazione delle regioni e la costruzione di strategie ad hoc per fortificare le integrazioni possibili tra politiche attive del lavoro, istruzione, formazione professionale, salute e politiche sociali e per sostenere gli ATS a cui è affidata la gestione operativa della misura
Consolidare la governance, anche attraverso il rafforzamento del ruolo del Terzo Settore e della società civile ed il coinvolgimento, da parte dei comuni, delle parti sociali nelle attività di progettazione
Perseguire la strada dell’accountability e della trasparenza: occorre migliorare il rilascio periodico da parte di Inps e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di dati utilizzabili da amministrazioni pubbliche, attori del Terzo Settore, comunità dei ricercatori e media per alimentare un dibattito pubblico informato
Modificare le indicazioni operative esistenti che sottendono le Linee guida sul SIA: è necessario integrare il focus del servizio sociale da intervento sulla singola presa in carico a promozione di opportunità a livello di comunità, concentrando le risorse professionali sui casi più fragili che maggiormente possono beneficiare di una presa in carico intensiva
Riporre al centro la povertà minorile e giovanile, in particolare in alcuni contesti, e le strategie di rottura della trappola della povertà
Rafforzare le competenze: occorre prevedere soluzioni multiple (aggiornamento professionali, formazione sul lavoro, seminari congiunti, e-learning, ricerca-azione) per favorire la crescita di competenze e lo scambio di pratiche. Si auspica una valorizzazione delle iniziative migliori che soggetti pubblici e del Terzo Settore stanno realizzando sul tema.
Attraverso il “Rapporto di Valutazione: dal SIA al REI” l’Alleanza contro la Povertà intende portare un contributo qualificato alla riflessione sul tema e continuare a giocare un ruolo proattivo per la definizione di efficaci politiche di contrasto alla povertà.