VIBO
Dalla città l’appello contro il razzismo: «Porti e cuori aperti»
Antonio Callà
Un drappello di donne e uomini, semplici cittadini, insieme ad alcune associazioni come Libera, il Forum, il Wwf, l’Anpi e la Cgil, con un capo rosso quale divisa distintiva, ha voluto riunirsi ieri, nel primissimo pomeriggio, sotto le porte del Comune, per unirsi idealmente a quella catena umana che, da Nord a Sud, si è autoconvocata «per resistere alle scelte inumane di chi vorrebbe lasciar morire in mare chi scappa dalla guerra, fame e povertà e di chi interrompe i percorsi di assistenza e integrazione. Per protestare contro il Decreto sicurezza del governo, il razzismo e i respingimenti delle navi che soccorrono migranti in mare».
Un gesto simbolico, non a caso a pochi giorni dalla “Giornata della Memoria” per affermare che c’è una «Italia che resiste», come dal nome della manifestazione nazionale, nata dall’appello all’autoconvocazione quale «reazione spontanea di un gruppo di cittadini impegnati nel sociale davanti al quotidiano sfoggio di barbarie e crudeltà. La nostra aspirazione – recita, infatti, il manifesto nazionale dell’iniziativa – è quella di far passare il concetto che siamo dei normali cittadini intenzionati a contrastare politiche di governo che vanno in modo antistorico riportando nel nostro paese razzismo e xenofobia».
Ieri, dunque, anche nella città capoluogo c’è stato chi – seppure pochi – ha sentito il «dovere civico e morale» di non mancare a questo appuntamento, analogamente fissato in oltre trecento municipi italiani. «Sentiamo l’esigenza di reagire – ha affermato Francesco Pietropaolo, medico in pensione, tra gli organizzatori dell’iniziativa vibonese – perché anche noi vogliamo manifestare il nostro dissenso alle politiche del governo sull’immigrazione e l’accoglienza. Lo facciamo soprattutto contro ogni indifferenza e odio che continuano a perseverare nella mente delle persone. Questa è la nostra reazione, una testimonianza, ma sicuramente un piccolo ma significativo gesto di resistenza».
La manifestazione promossaper dire no all’indifferenzama pochi hanno presenziato