A suggellare le tante attività organizzate dall’associazione Ra.Gi. nel mese dedicato alla sensibilizzazione sull’Alzheimer, venerdì 27 settembre, è stato il convegno “Demenza e salute, nei giovani così come negli anziani, tra prevenzione, fattori a rischio e fattori di protezione”, tenutosi presso il centro diurno appena inaugurato all’interno del Polo Sanitario Territoriale “Umberto I” a Catanzaro.
Si tratta del primo di una serie di eventi che saranno organizzati dalla Ra.Gi con la convinzione che “intorno alle persone con demenza è necessario coinvolgere sia gli specialisti della cura che gli artigiani della cura. Nessuno escluso. È sbagliato pensare che una diagnosi di demenza possa mettere da parte tutto quello che, nella normalità, dovrebbe appartenere al progetto di vita di ogni persona. Non è pensabile osservare il declino di ogni ipotesi di prevenzione al di là della demenza”.
“La demenza non può più essere considerata esclusivamente una patologia legata alla vecchiaia. Negli ultimi anni è diventato evidente che questa malattia neurodegenerativa può colpire persone di tutte le età, compresi i giovani adulti. Questo cambiamento di prospettiva richiede un approccio globale e trasversale nonché una revisione delle strategie di prevenzione, diagnosi e trattamento” così Elena Sodano, presidente dell’associazione Ra.Gi., ha introdotto la tavola rotonda che ha visto il susseguirsi di vari specialisti della cura. Come il cardiologo Roberto Ceravolo che ha ribadito “non dobbiamo ghettizzare le persone affette da demenza, così come da qualsiasi altra patologia. Bisogna avere un approccio multidisciplinare, imparando a prendersi cura del paziente, non semplicemente a curarlo. Solo così è possibile garantire una cura reciproca, basata principalmente sull’ascolto, che diventa eternità”.
Ascolto e comprensione, infatti, sono i punti cardine del sostegno emotivo offerto quotidianamente dalla psicologa della Ra.Gi., Amanda Gigliotti, che durante il suo intervento ha sottolineato l’importanza di collaborare con il team di specialisti per aiutare i pazienti e far sentire meno soli i familiari.
“Spesso – ha dichiarato – i parenti di persone affette da demenza sono intimoriti da questa patologia, chiedono se c’è un modo per prevenirla e soprattutto qual è l’approccio giusto per gestire i propri cari. Purtroppo dare una risposta risolutiva è difficile, ma ogni giorno potenziamo l’approccio relazionale, molto importante sia per il corpo che per la mente dei pazienti e dei caregivers”.
Favorire la prevenzione per far conoscere la demenza in tutte le sue forme e in ogni fase della vita nonché contribuire a sviluppare terapie personalizzate che rispondono alle esigenze specifiche dei singoli pazienti sono gli obiettivi perseguiti da anni dall’associazione Ra.Gi. che, per sottolineare la stretta correlazione tra mente e corpo, in questo convegno ha previsto anche l’intervento di Caterina Donato, pedagogista e responsabile di un centro sportivo cittadino.
“Oltre ai benefici che può portare nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e metaboliche, l’attività fisica è fondamentale per la riabilitazione di pazienti affetti da demenza. Garantisce un miglioramento anche psicologico, senza comportare un carico energetico eccessivo in soggetti con problemi di memoria e concentrazione” ha spiegato.
Altrettanto importante è l’aspetto nutrizionale, su cui si è soffermata la nutrizionista di CasaPaese, Angela Calendino, ribadendo quanto l’alimentazione incida nella prevenzione di alcune malattie, tra cui appunto la demenza.
“Talvolta – ha ricordato – questo aspetto viene trascurato, ma in soggetti affetti da queste patologie è consigliato condurre uno stile di vita sano e corretto, preferendo cibi antinfiammatori come fibre, verdure e pesce azzurro. Per lungo tempo si è pensato che l’organo più importante fosse il cervello; invece, gli studi più recenti fanno emergere il ruolo rilevante dell’intestino”.
A conclusione del convegno, il gruppo di relatori e partecipanti all’incontro ha raggiunto i tanti amici della Ra.Gi., che si sono dati appuntamento in un bar del centro storico cittadino per gustare l’aperitivo solidale AperiAlzh a sostegno di una realtà calabrese che sta facendo la differenza sul concetto del prendersi cura delle fragilità umane.