Il Comitato Onu sui diritti dell’infanzia ha espresso le sue raccomandazioni affinché i minori siano tutelati nell’applicazione del decreto sicurezza e sull’approvazione dei decreti attuativi della legge Zampa. Forti le parole sulle continue «smear campaigns» contro le ong impegnate in mare. Anche per l’Onu il Reddito di Cittadinanza è problematico nella parte “bambini”.
Si è da poco chiusa a Ginevra l’80esima sessione del Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, nel corso del quale l’Italia è stata oggetto di esame sullo stato di attuazione della Convenzione stessa. Il Comitato ONU ha pubblicato le proprie Osservazioni conclusive (CRC/C/ITA/CO/5-6, disponibili a questo link), in cui ha espresso apprezzamento per i progressi compiuti in termini di tutela dei diritti dell’infanzia e segnalato anche criticità, con le raccomandazioni che l’Italia deve impegnarsi ad attuare da qui al 2023, quando dovrà inviare alle Nazioni Unite il prossimo rapporto.
«Il Comitato ONU ha apprezzato la nostra delegazione governativa, che è stata preparata e ampia, bisogna riconoscerlo. Ha accolto favorevolmente alcuni leggi approvate in questi anni, tra cui la Legge 71/2017 sulla prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo e la Legge 47/2017 in materia di protezione dei minori stranieri non accompagnati, oppure il riconosciuto che i servizi per gli 0 e i 3 anni sono il primo step del sistema educativo o lo stesso IV Piano nazionale Infanzia, ma al contempo ha richiamato l’attenzione dell’Italia sul fatto che a queste buone leggi mancano dei pezzi, in particolare la legge Zampa manca dei decreti attuativi e al Miur la cabina di regia non c’è per lo 0-6 ancora non c’è…», commenta Arianna Saulini, portavoce del Gruppo CRC, un network che riunisce i maggiori enti di Terzo Settore che in Italia si occupano di promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, intervenuta anche nella copertina che VITA dedica questo mese ai bambini. La raccomandazione 32 lettera d) ad esempio così invita a creare questa cabina di regia fra MIUR, Regioni e enti locali per introdurre «uniform structural, organisational and qualitative standards for early childhood care and education services based on a comprehensive and holistic policy of early childhood care and development in all regions», mentre alla 34 lettera a) il Comitato dopo aver apprezzato la legge Zampa «however, deeply regrets the delay in adopting the implementing decrees for its effective application».
«Le raccomandazioni hanno colto alcuni temi puntuali della situazione italiana, dando anche a noi spunti interessanti di lavoro. Il tema strategico che avevamo messo in luce con l’ultimo report è che in Italia c’è un’attuazione di diritti molto diversa da una regione all’altra: non si tratta solo delle arcinote differenze nell’accesso ai servizi per la prima infanzia ma anche, ad esempio, sulla salute. C’è una vasta gamma di diritti a rischio a seconda del territorio in cui si vive», afferma Saulini. Le raccomandazioni del Comitato Onu, al punto 15 a, invitano proprio a prendere «misure urgenti» per superare le disparità fra le regioni, riconoscendo questa disparità come una discriminazione.
Il Comitato ha colto anche l’attualità. Ad esempio sulla povertà dei bambini, nel passaggio in atto dal REI al Reddito di cittadinanza, c’è una raccomandazione esplicita (la 30) in cui si ribadisce la necessità di adottare una misura che dia risposta alla povertà dei bambini, garantendo l’accesso dei bambini a servizi di qualità e non solo la partecipazione dei loro genitori al mercato del lavoro. O il 28 lettera a) che apprezza lo sforzo per aumentare il tasso di copertura vaccinale, ma ricorda la necessità di fare compagne di awareness e di lavorare sul fronte culturale. Molta l’attenzione in generale ai minori non accompagnati, con la raccomandazione 34 lettera a) che coglie le criticità del decreto sicurezza (legge 132/2018) e richiede l’implementazione di una specifica salvaguardia dei minori rispetto a quanto previsto da questa legge, che deve essere attuato in maniera da non inficiare la tutela dei minori.
Molto forte anche la raccomdanzione numero 12, sulle ONG impegnate in mare: «The Committee is deeply concerned by continuing smear campaigns against some civil society organizations engaged in search and rescue operations for migrants, including children, in the Mediterranean. The Committee urges the State party to guarantee the rights and freedom of action of civil society and ensure that the rescue of migrants is not considered a crime».
La pagella che ci danno, quindi? «È puntale, pur riconoscendo i progressi fatti hanno inquadrato bene alcune criticità, facendo raccomandazioni puntuali che andranno attuate. Fra le altre cose si parla anche della goverance delle politiche per l’infanzia, il Comitato dice di rafforzare anche il ruolo dell’Osservatorio per l’Infanzia, che dovrebbe avere le necessarie risorse umane e finanziarie per operare», spiega Saulini. «L’Osservatorio scade a marzo e ad oggi non è mai stato convocato da questo Governo, a luglio 2018 aveva licenziato il monitoraggio sul Piano Infanzia ma questo non è mai stato pubblicato, mentre il nuovo Osservatorio, nel redigere il nuovo Piano Infanzia, dovrebbe ripartire proprio da lì. È importante che venga mantenuto un luogo di confronto con un focus specifico sull’infanzia. Quanto al prossimo Piano Infanzia… la società civile con l’osservatorio ci lavora per mesi ma alla fine di quel testo nessuno si assume la responsabilità politica… occorre invece che il Governo faccia una scelta politica indicando le sue priorità, su cui poi sarà chiamato a rispondere». di Sara De Carli
fonte: www.vita.it