Dopo di noi, il Governo si impegna a ripristinare i 10 milioni
Un ordine del giorno trasversale, a prima firma di Elena Carnevali (Pd), ha raccolto ieri il parere favorevole del Governo e 504 voti favorevoli su 504. La sottosegretaria Laura Castelli: «il Governo è ben felice di poter chiudere questa storia, che è anche diventata un po’ mediatica, con un accordo collettivo e una presa di coscienza allargata»
Il Governo reintegrerà le risorse del Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave, prive del sostegno familiare (legge 112/2016) per 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018 e 2019. È questo l’impegno che il Governo si è assunto ieri dando parere favorevole a un ordine del giorno che porta la prima firma di Elena Carnevali (PD). Lo farà «anche attraverso l’adozione di un apposito provvedimento d’urgenza nel corso del corrente anno finanziario». Un ordine del giorno che ha raccolto ieri 504 voti favorevoli su 504 deputati presenti alla Camera, un bella pagina.
«Crediamo sia giusto che tutto il Parlamento, con l’appoggio del Governo, si possa esprimere con questo ordine del giorno affinché metta nero su bianco la volontà di continuare a finanziare questo Fondo che vedrà il Parlamento e il Governo impegnati nelle prossime misure utili e anche nelle misure di taglio che sono state effettuate, quindi nella valutazione dell’opportunità o meno di fare un taglio non solo per questioni tecniche di tiraggio ma rispetto alla necessità di un Fondo che viene utilizzato da persone che sono in difficoltà, per cui bisognerebbe abbandonare, insomma, quei criteri contabili classici. Quindi, il Governo è ben felice di poter chiudere questa storia, che è anche diventata un po’ mediatica in alcuni frangenti, con un accordo collettivo e con una presa di coscienza allargata»: così ha detto ieri nell’Aula della Camera l’onorevole Laura Castelli, Sottosegretaria per l’Economia e le finanze, dando parere positivo all’ordine del giorno.
L’Ordine del giorno è l’A.C. 851-A (qui il testo integrale) e ripercorre la vicenda del taglio dei 10 milioni di euro al fondo per il dopo di noi fatto nella scorsa legge di stabilità e cita peraltro come «non è escluso» che le risorse che si renderanno effettivamente disponibili siano anche superiori ai 56,1 milioni previsti dalla legge per effetto del reintegro di fondi non utilizzati per la fruizione delle deduzioni e delle agevolazioni fiscali riconosciute dagli articoli 5 e 6 della legge sul dopo di noi. «Tuttavia» il Governo si impegna al reintegro dei 5 + 5 milioni «al fine di non rischiare di pregiudicare gli obiettivi che la legge 112 si propone di realizzare. L’ordine del giorno porta le firme degli onorevoli PD Carnevali, Marattin, Padoan, Boschi, Madia, Navarra, De Filippo, Campana, Pini, Rizzo Nervo, Siani, Ubaldo Pagano, Schirò, per Forza Italia di Mandelli, Prestigiacom, D’Ettore, D’Attis, Pella, Cannizzaro, Occhiuto, per Fratelli d’Italia Zucconi, per il MoVimento 5 Stelle Angiola, Lovecchio, Buompane, Flati, Gubitosa, Misiti, Gabriele Lorenzoni, Adelizzi, Donno, Manzo, Faro, Zennaro, Sodano.
«Avevamo chiesto di predisporre un emendamento. Il Governo non ha dato questa disponibilità nei confronti dell’emendamento, ma ha garantito questo impegno attraverso questo ordine del giorno. Credo che alla fine abbiamo fatto un buon servizio collettivo, soprattutto a vantaggio di non mortificare questa legge che, nonostante le fatiche e nonostante, devo dire, a volte la non comprensione dei benefici che questa legge produce, credo che alla fine sia un risultato positivo per coloro che ne beneficeranno», ha detto l’onorevole Elena Carnevali.
L’Onorevole nella discussione ha ricordato anche l’urgenza di «non mandare a residuo, invece che destinarli alle famiglie, i 20 milioni per il bilancio 2018, i 20 milioni per il 2019 e i 20 milioni per il 2020, in totale sono 60 milioni, che abbiamo destinato al care giver, quindi che vanno direttamente alle famiglie; che non finiscano nel calderone dei residui dello Stato, ma vengano dati alle famiglie. Sono certa che ci sarà questo impegno da parte del Governo».