Sarà approvata nelle prossime ore la legge, frutto di otto proposte e fortemente voluta dalle associazioni. Si pone l’obiettivo di regolamentare una pratica diffusa ma priva, finora, di riferimenti normativi. Istituisce un fondo di 1 milione di euro l’anno per progetti innovativi e introduce agevolazioni per le attività “donatrici”.
ROMA – Sarà approvata tra domani sera e giovedì mattina alla Camera la legge contro gli sprechi alimentari e non solo. Obiettivo della norma, frutto di otto proposte di legge sul tema, è favorire il recupero, la distribuzione e la valorizzazione delle eccedenze alimentari per fini di solidarietà sociale. Una pratica già molto diffusa, soprattutto grazie alle associazioni, ma a cui si intende ora dare una cornice e un riferimento normativo. Dall’esame delle diverse proposte si è quindi arrivati a un testo unificato, che estendendo il suo ambito di intervento anche ai prodotti farmaceutici prende il titolo “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”. Esaminiamolo nei suoi passaggi fondamentali.
Finalità. Obiettivo della legge è “ridurre gli sprechi per ciascuna delle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari, farmaceutici e di altri prodotti”, favorendone “il recupero e la donazione a fini di solidarietà sociale”.
I “soggetti”. A mettere in moto questa macchia antispreco saranno innanzitutto gli “operatori del settore alimentare”, intesi come “i soggetti pubblici o privati, operanti con o senza fini di lucro, che svolgono attività connesse ad una delle fasi di produzione, confezionamento, trasformazione, distribuzione e somministrazione degli alimenti”; poi i “soggetti cessionari”, ovvero gli “enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche e solidaristiche”. Saranno questi due soggetti a gestire le “eccedenze alimentari “, ossia “i prodotti alimentari, agricoli e agro-alimentari che, fermo restando il mantenimento dei requisiti di igiene e sicurezza del prodotto”, siano invenduti o non somministrati.
Cessione gratuita “semplificata”. La legge prevede e norma la “cessione gratuita delle eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale” dagli operatori del settore alimentare ai cessionari, che “possono ritirarle direttamente o incaricandone altro soggetto cessionario” e destinarle a “persone indigenti”. Solo nel caso in cui non fossero più idonee al “consumo umano”, le eccedenze potranno essere utilizzate per “il sostegno vitale di animali e per la destinazione ad autocompostaggio o a compostaggio di comunità”. L’articolo 4 della legge definisce le “modalità di cessione delle eccedenze alimentari”, mentre il successivo stabilisce “requisiti e conservazione delle eccedenze alimentari per la cessione gratuita”: si fissano, in sintesi, una serie di accortezze e “prassi operative al fine di garantire la sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti”.
La “confisca” dei prodotti alimentari. L’articolo 6 della legge interviene sul tema della confisca di prodotti alimentari idonei al consumo umano o animale, prevedendone la “cessione gratuita a enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche e solidaristiche”.
Tavolo di coordinamento e formazione. La legge affida al “tavolo di coordinamenti” i diversi compiti legati al recupero la donazione e la distribuzione delle eccedenze, nonché la “promozione di progetti innovativi e studi finalizzati alla limitazione degli sprechi alimentari e all’impiego delle eccedenze alimentari”. E prevede iniziative di “promozione, formazione e misure preventive in materia di riduzione degli sprechi”, anche attraverso trasmissioni televisive e radiofoniche, campagne informative, di comunicazione e di sensibilizzazione e iniziative rivolte alle scuole.
Ridurre gli sprechi. Altro obiettivo della legge è la riduzione degli sprechi: a tal fine il ministero della Salute predisporrà, entro 90 giorni dall’approvazione, linee di indirizzo rivolte agli enti gestori di mense scolastiche, comunitarie e sociali, al fine di prevenire e ridurre lo spreco connesso alla somministrazione degli alimenti”.
3 milioni di euro per progetti innovativi. L’articolo 11 prevede il “rifinanziamento del fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti, nonché la “istituzione di un fondo nazionale per progetti innovativi finalizzati alla limitazione degli sprechi e all’impiego delle eccedenze”: quest’ultimo avrà una dotazione di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018, destinati a finanziare “progetti innovativi, anche relativi alla ricerca e allo sviluppo tecnologico nel campo del confezionamento dei prodotti alimentari, finalizzati alla limitazione degli sprechi e all’impiego delle eccedenze”. I successivi articoli 14, 15 e 16regolano le donazioni rispettivamente di articoli di abbigliamento e medicinali.
Agevolazioni. La legge non solo ordina e disciplina il sistema delle donazioni, ma lo incentiva e lo incoraggia attraverso una serie di agevolazioni previste per le “attività commerciali, industriali, professionali e produttive in genere, che producono o distribuiscono beni alimentari, e che a titolo gratuito cedono, direttamente o indirettamente, tali beni alimentari agli indigenti e alle persone in maggiori condizioni di bisogno”, come la possibile riduzione della tariffa sui rifiuti da parte dell’ente comunale.
fonte Redattore Sociale