Istat, CSVnet e FVP lanciano i dati della prima sperimentazione italiana del Manuale ILO sul lavoro volontario
ROMA. 6,63 milioni di volontari stimati operativi, di cui 4,14 attivi in organizzazioni.
Il Nord Italia che segna il record di tasso di volontariato (16%) e il Sud che ne ha uno più basso (8,6%). La prima quantificazione del lavoro volontario è stata pubblicata da Istat, CSVnet e Fondazione Volontariato e Partecipazione con la diffusione del report “Attività gratuite a beneficio di altri” e svela per tutti i numeri del fenomeno volontario in Italia, tratteggiandone le caratteristiche. Come quella che vuole una percentuale molto più alta di volontari fra chi ha conseguito un titolo di studio più alto come la laurea (22,1%) e inferiore fra chi ha la licenza elementare (6,1%). Così come racconta di un volontariato sempre più appannaggio di chi ha situazioni occupazionali stabili (14,8%) e chi vive in famiglie agiate (23,4%). Il report evidenzia anche il ruolo fondamentale di donne e anziani nelle attività di aiuto non organizzate e quantifica in 19 il monte ore (calcolate su quattro settimane) che in media gli italiani svolgono in volontariato. Coincidono, se quantificate con il criterio del monte ore lavorativo, con circa 875.000 unità occupate a tempo pieno.
“Grazie a questa indagine siamo in grado di meglio conoscere i ‘profili’ di quei milioni di cittadini che ogni giorno spendono gratuitamente il loro tempo per gli altri – afferma Stefano Tabò, presidente di CSVnet, il Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato.
Il fatto che 4 milioni di questi preferiscano impegnarsi in organizzazioni strutturate dimostra come il volontariato sia ormai un fenomeno maturo e radicato in tutto il paese. Una realtà che il sistema dei Centri di Servizio per il Volontariato contribuisce a valorizzare con competenze e professionalità diffuse e capillari. La possibilità di equiparare i dati agli standard internazionali non può che accrescere il valore della ricerca, primo frutto di una intelligente collaborazione con Istat e Fondazione Volontariato e Partecipazione”.
“La quantificazione del lavoro volontario in Italia -commenta il presidente della Fondazione Volontariato e Partecipazione Alessandro Bianchini- è una sperimentazione di grande rilievo perché fornisce dei numeri che fanno comprendere più a fondo cosa rappresenti in Italia il volontariato e quali sono i suoi tratti distintivi, senza togliere importanza al valore dell’aspetto umano e relazionale del volontariato stesso. Abbiamo partecipato alla sperimentazione dando il nostro contributo scientifico perché crediamo che possa rappresentare un utile strumento di analisi, approfondimento e discussione per tutti i soggetti che a più livelli operano nell’attività volontaria, dalle reti del volontariato ai decisori pubblici”.
La rilevazione sul lavoro volontario è stata fatta nel contesto dell’indagine multiscopo “Aspetti della vita quotidiana” del 2013 che ha ospitato un modulo di approfondimento per implementare il manuale OIL sulla misurazione del valore economico e sociale del lavoro volontario. Si tratta della prima rilevazione sul lavoro volontario armonizzata agli standard internazionali. Nel report si fa riferimento ad un’accezione ampia di volontariato, non legata solo alla partecipazione ad un’organizzazione del terzo settore, ma anche in comitati, movimenti, gruppi informali e altro.
Testo integrale-Attività gratuite a beneficio di altri – 23-lug-2014
Ufficio stampa CSVnet
Ufficio stampa Fondazione Volontariato e Partecipazione