Emergenza coronavirus: sostenere il terzo settore meridionale

Borgomeo propone al governo di mettere in campo un intervento straordinario per le organizzazioni non profit del sud con contributi Ue a fondo perduto per la fase di emergenza e per quella di ricostruzione.
“Le recenti misure adottate dal Governo non sono sufficienti, le dimensioni della crisi suggeriscono ben altri interventi. È il momento di realizzare un’operazione straordinaria, mediante la concessione di contributi a fondo perduto da erogare non a progetti, ma a tutte le organizzazioni con esperienza e radicamento nei territori. La Fondazione mette a disposizione gratuitamente strumenti, esperienza e competenze. Non dobbiamo dimenticare le nostre Comunità: per la ricostruzione occorrerà ripartire dal sociale, soprattutto al Sud”.

Il Presidente della Fondazione CON IL SUD Carlo Borgomeo, dalle prime colonne del Mattino di oggi, lancia un appello al Governo affinché la dura crisi sanitaria, economica, sociale specialmente al Sud non diventi ancora più drammatica e irreversibile nel prossimo futuro. Il Terzo settore è in prima linea nei servizi di assistenza sociale e di prossimità, spesso colmando grandi lacune del pubblico soprattutto al Sud. E proprio le organizzazioni non profit meridionali, nel complesso meno strutturate e con una già precaria situazione finanziaria, sono quelle più esposte. Il rischio è di perderle e di far saltare un welfare comunitario che faticosamente si sta costruendo, rafforzando al Sud, con una crisi di portata ancora maggiore per tantissime, troppe famiglie.

Borgomeo: “La crisi e le misure di contenimento del virus stanno determinando conseguenze devastanti per le persone più fragili: dai minori, alle donne vittime di violenza; dai disabili alle famiglie dei detenuti; dai senzatetto ai migranti; dagli anziani non autosufficienti alle vittime di usura. Alla Fondazione CON IL SUD arrivano continuamente segnalazioni da parte di numerose organizzazioni che con consapevolezza e con grande dignità ci dicono di situazioni insostenibili; temono che i loro sforzi, spesso eroici, rischiano di essere ampiamente insufficienti. Una situazione paradossale per chi è abituato a lavorare in una dimensione cooperativa, comunitaria. Penso anche ai tanti giovani che hanno deciso di rimanere nella propria terra mossi da un forte senso di responsabilità, accettando dure sfide nelle loro imprese sociali. Ed intanto la totale mancanza di risorse finanziarie condannerà parecchie organizzazioni all’estinzione, siamo di fronte ad una crisi epocale. Vi sono diverse iniziative: le Fondazioni di origine bancaria hanno deciso di sostenere il Terzo settore attraverso l’istituzione di un Fondo di Garanzia nazionale. Alcuni “pezzi” del Terzo settore potranno avere qualche vantaggio dalle recenti misure adottate dal Governo. Ma tutto questo è insufficiente, soprattutto al Sud che, come sappiamo ha tradizionalmente minori flussi di donazioni private”.

La proposta è rivolta direttamente al Ministro per il Sud e la Coesione territoriale Provenzano.

“È il momento di realizzare un’operazione straordinaria di sostegno al Terzo settore meridionale. Propongo che il Ministro metta in campo un intervento per sostenere le organizzazioni di Terzo settore (associazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e cooperative sociali) mediante la concessione di contributi a fondo perduto da erogare, non in base ad una faticosa selezione di progetti, ma a tutte le organizzazioni che rispondano a requisiti minimi di continuità, di esperienza, di radicamento nei territori. Si decide cioè di sostenere le organizzazioni in quanto tali, nella certezza che la loro presenza garantisce un livello di servizi ed un minimo di coesione sociale indispensabili nella crisi e nella faticosa fase di ricostruzione. Le risorse finanziarie possono essere reperite dai Fondi strutturali: in primis i 500 milioni di euro del Pon inclusione 2014-2020 ancora non impegnati; se necessario disimpegnando alcune risorse Fse destinate a progetti di difficile realizzazione; ed infine verificando la possibilità di utilizzare a tale scopo la splendida intuizione del ministro Provenzano che ha previsto la possibile anticipazione dei fondi Sie 2021- 2027.

Prevengo le due principali obiezioni a questa mia proposta. La prima è che i regolamenti, le procedure ed i criteri che guidano l’utilizzo dei Fondi comunitari sono incompatibili con quest’idea: obiezione molto debole; se non ora quando si potranno modificare regole e procedure che spesso ci appaiono troppo pesanti ed incomprensibili. E poi, per fortuna, in questi giorni sono frequenti sacrosante forzature ed intelligenti innovazioni delle regole comunitarie. E quel che vale per le imprese può valere per il Terzo settore. La seconda obiezione è che un intervento del genere potrebbe dar luogo a qualche spreco. Vi sono esperienze, know how e procedure di controllo che limitano al massimo questo rischio. Ma è un rischio che bisogna mettere in conto rispetto alla rilevanza dell’operazione, come insegna la letteratura relativa a tutte le politiche di emergenza e di ricostruzione. Formulo questa proposta anche in relazione all’esperienza della Fondazione CON IL SUD: abbiamo una rete di oltre 6mila associazioni; procedure di valutazione e di controllo collaudate e generalmente ritenute efficaci; abbiamo una piattaforma informatica capace di gestire enormi flussi di domande (come certifica la gestione del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile). E questa esperienza, se lo si ritiene utile, è a totale disposizione del Governo per l’attuazione della proposta che ho formulato. La Fondazione può fare da Segreteria tecnica, può assistere gli uffici del governo, può avere un ruolo più marcato di gestione. È a totale disposizione, ovviamente a titolo gratuito.

Spero che questa proposta, naturalmente da precisare in alcuni aspetti tecnico-operativi, possa essere accolta dal governo. È necessaria per attenuare i disagi imposti dall’emergenza sanitaria; ma è indispensabile in vista della fase di ricostruzione: giusta l’attenzione al lavoro, alle imprese, alla ricerca. Ma non dobbiamo dimenticare le nostre Comunità: per la ricostruzione occorrerà ripartire dal sociale, soprattutto al Sud”.

Stampa o condividi