Il Circolo Legambiente di Petilia Policastro ha organizzato, per domenica 19 ottobre, una escursione nel bosco autunnale del Parco Nazionale della Sila, alla scoperta dello straordinario mondo dei funghi, che rappresenta una importante fonte di reddito per le popolazioni montane ma anche occasione di svago per i numerosi appassionati ed amanti della natura.
L’appuntamento è alle ore 9.00 al Villaggio Principe ( 1.470 m s.l.m.) di Petilia Policastro, è prevista una escursione facile nel bosco del Gariglione, fino a località Macchia dell’Arpa (1.660 m s.l.m.). Una occasione, per tutti coloro che amano questi importanti ospiti dei boschi, per scoprire canterelli, lepiote, boleti, lactarius, per fermarsi ad osservare, eventualmente fotografare, questi importanti ospiti dei boschi. Una piacevole passeggiata nel bosco autunnale, il piacere del profumo del sottobosco, l’odore di funghi, muschio e di foglie morte.
Gli esperti dell’associazione guideranno i partecipanti alla scoperta della biodiversità dell’area protetta, all’importante ruolo ecosistemico dei funghi, alla conoscenza del forte rapporto che li lega agli alberi. Una loro raccolta indiscriminata, il danneggiamento del sottobosco, può provocare la riduzione nel numero delle specie, con conseguenze nella composizione della comunità vegetale in termini di sopravvivenza, diversità floristica.
Per approfondire lle principali regole per una corretta e sicura raccolta dei funghi sono state rivolte delle domande a Carmine Scandale, già Ispettore Superiore del Corpo Forestale dello Stato, nonché membro del direttivo del circolo Legambiente di Petilia Policastro.
Comandante, quali sono le norme che regolano la raccolta, il trasporto e la vendita dei funghi ?
Il governo ha varato la prima legge “quadro”, la n° 352 il 23 Agosto 1993, per la raccolta e la commercializzazione dei funghi epigei freschi e conservati, il relativo regolamento con il DPR n.376 del 1995. La Regione Calabria ha adottato la normativa con la legge n. 30 del 2001, con le ulteriori integrazioni, l’ultima nel 2011 la L.R. n. 47.
Chi ha la passione per i funghi come si può mettere in regola ?
Certamente, la prima cosa da fare è munirsi della tessera personale che può essere di due tipologie : “amatoriale” o ”professionale”, vi è una terza tessera che viene rilasciata dalla Regione solo a scopi scientifici e didattici ad enti o scuole. La tessera “amatoriale” viene rilasciata presso il comune di residenza o presso la sede della comunità montana dopo aver adempiuto a versare, tramite “MAV” sul sito della Regione Calabria, la somma di € 13,20, ha validità cinque anni dalla data del rilascio e vi è l’obbligo della vidimazione ogni anno da parte dell’ente che l’ha rilasciata, inoltre va applicata nello spazio apposito della tessera, una marca da bollo del valore vigente. Inoltre per i ragazzi di età tra i 16 e i 17 anni tale versamento viene effettuato per metà. Questo tipo di tessera, consente la raccolta dei carpofori, i cosiddetti “funghi” richiamati dall’apposito elenco allegato alla normativa Regionale per un quantitativo pari a Kg. 3 (tre) giornaliero, la quantità può essere aumentata in deroga fino a 5 Kg. per i residenti in uno dei paesi o città considerati montani.
La tessera “professionale”, viene rilasciata dal Presidente della Provincia nel tramite del comune di residenza dopo aver superato un apposito corso “micologico”.
Una raccolta indiscriminata, non corretta, può danneggiare i nostri boschi, quali avvertenze possiamo dare ai lettori ?
Sicuramente, una non corretta raccolta di carpofori nei boschi o la distruzione volontaria di funghi che non vengono riconosciuti eduli, cioè commestibili, può determinare uno squilibrio ambientale, anche perché i funghi svolgono, a vario titolo, un importante ruolo negli ecosistemi naturali. Pertanto, si raccomanda sempre di non utilizzare per la raccolta contenitori chiusi del tipo: buste di plastica, secchi e altri recipienti non fessurati, il tutto per facilitare la dispersione delle spore “considerate queste il seme dei funghi”. Si raccomanda inoltre durante la raccolta, di tagliare il carpoforo alla base del gambo o ancora meglio, prima di estrarlo dal terreno, asportarlo mediante una rotazione completa. Inoltre è vietato rastrellare il terreno con utensili, al fine di evitare la distruzione del micelio.
Com’è disciplinata la vendita ?
Come ho accennato in precedenza, per la vendita è necessaria la tessera del tipo professionale. Inoltre sono necessarie le relative autorizzazioni: comunale per la vendita nelle zone autorizzate all’uopo destinate e non in modo itinerante; dell’A.S.P. di competenza per quanto concerne la certificazione dell’avvenuta visita degli Ispettori micologici, in ogni caso la vendita non va confusa con la commercializzazione, la quale segue altre tipologie di carattere autorizzativo .
Come evitare di incorrere in un avvelenamento da ingestione di funghi tossici ?
Anzitutto, non si devono raccogliere funghi che non si conoscono o che si possono confondere con le specie conosciute. Se non sono individuati con certezza è meglio lasciarli sul posto. Poi nelle normative sopra riportate viene più volte richiamato il divieto di raccogliere l’amanita buona, “ovolo buono”, conosciuta come “vuvita”, allo stato di ovolo chiuso, al fine di evitare che venga confusa con la stretta parente l’amanita velenosa detta ovolo malefico, che è causa di numerosi avvelenamenti quasi sempre mortali, in ogni caso quando si hanno dei dubbi è meglio consultare gli esperti che possono essere gli ispettori micologici presso ogni sede ASP o associazioni micologiche o meglio bravi raccoglitori di funghi con comprovate esperienze in campo. E’ molto importante sapere che i cosiddetti metodi tradizionali quali l’aglio, che varia di colore durante la cottura con i funghi, la moneta di bronzo, lo spiedo rovente ecc. non trovano nessuna attendibilità o certezza a riguardo la commestibilità . E’ molto importante in caso di intossicazione, raggiungere tempestivamente il primo ospedale portando con se qualche pezzetto di fungo anche se cucinato ancor meglio se crudo, il tutto per facilitare la sintomatologia e di conseguenza adottare le cure necessarie. Inoltre vi è ancora gente che raccoglie il cosiddetto fungo del cavaliere “Tricholoma equestre” e il “Clitocybe nebularis” ordinato , il primo è stato bandito al consumo con un’ordinanza del ministero della sanità mentre per il secondo è stato accertato che contiene la cosiddetta “nebularina” sostanza tossica a lunga latenza.
Per tutti coloro che andranno, in questi giorni, per boschi, a scoprire canterelli, lepiote, boleti, lactarius, conosciuti, localmente, come gaddineddre, coppuluti, siddi, rusiti , un invito a fermarsi ad osservare, eventualmente fotografare, questi straordinari tesori del bosco e una ultima raccomandazione:
“Funghi, se li conosci non corri rischi, se non li conosciti rivolgiti a chi li conosce”.