La purezza di un gesto semplice, che tuttavia racchiude in sé una grande profondità ed è capace di regalare grandi emozioni: una bambina stringe la mano di un uomo, un uomo speciale per il quale un gesto d’affetto sincero rappresenta un tesoro prezioso in una società in cui non viene accettato e viene messo ai margini perché affetto da Alzheimer.
È stata proprio questa l’emozione più grande di un’intensa giornata, una festa di Ognissanti dal sapore molto speciale, che ha visto gli ospiti dello Spazio Al.Pa.De. del Centro Diurno gestito dalla Ra.Gi. Onlus, partecipare alla Santa Messa svolta presso la Chiesa di S. Maria dell’Assunta, nel quartiere Gagliano.
Dopo mesi di preparazione, durante i quali gli ospiti del Centro hanno potuto esercitarsi con i canti religiosi grazie anche all’ausilio delle volontarie Marinella Genovese ed Annamaria Ciambrone, finalmente le porte della parrocchia si sono spalancate e le loro voci hanno potuto unirsi a quelle delle altre persone per cantare, sorridere e divertirsi insieme, donando e ricevendo qualcosa di prezioso.
Una giornata fortemente voluta dal parroco don Dino Piraino, che ha dato anche l’opportunità alla comunità di Gagliano di confrontarsi con la realtà della malattia di Alzheimer e delle altre demenze e di vedere con i loro occhi che, nonostante la patologia che le colpisce, queste persone sono in grado di svolgere innumerevoli azioni quotidiane e di stare normalmente in mezzo agli altri, a patto che si rispetti la loro fragilità.
È proprio questo principio che spinge la Ra.Gi. ad aprire le porte del Centro, lasciando che i pazienti partecipino a svariate iniziative, entrando in contatto con la realtà che li circonda, a modo loro, nonostante la malattia.
«Essere affetto da Alzheimer non significa non esistere più – ha affermato Elena Sodano, psicologa, terapeuta pisco-corporea e presidente della Ra.Gi. – Queste persone ci sono, sorridono, scherzano, sono capaci di relazionarsi con chi sta loro intorno. Occorre soltanto rispettare la loro condizione di persone fragili e la dignità di chi chiede solo di comunicare in modo diverso, perché esprimersi in modo normale è oramai impossibile».
Presso il Centro Diurno della Ra.Gi. Onlus, situato a Catanzaro, in viale Magna Grecia75/21 ed unico in Calabria, viene applicata la metodologia TECI (Terapia Espressiva Corporea Integrata), un metodo di cura che s’impone a livello nazionale come novità assoluta nella cura dei pazienti affetti da demenza e che è stato ideato da Elena Sodano. La Terapia Espressivo Corporea Integrata dona ai pazienti la possibilità di esprimersi, favorendo il risveglio della loro memoria corporea mediante un approccio espressivo, emozionale, corporeo e cognitivo che tiene conto del vissuto sensoriale, emotivo, affettivo ed esperienziale custodito nel loro corpo.
Queste cure rappresentano una base da cui partire per un percorso che mira a restituire ai pazienti una vita piena e degna di essere vissuta, fatta anche di partecipazione ad eventi pubblici.
La metodologia TECI viene descritta accuratamente nel volume “Il Corpo nella Demenza”, scritto da Elena Sodano, edito dalla Maggioli Sanità e presentato in prima nazionale a Catanzaro nel mese di ottobre.