Si è svolta giovedì pomeriggio, nel quartiere Corvo di Catanzaro, alla vigilia della giornata internazionale sulla violenza alle donne, una fiaccolata di solidarietà per le donne iraniane e per tutte le donne vittime di violenza seguita da un vivo dibattito che si è svolto all interno del salone dell associazione teatrale Vecchi Giovani di Maurizio Gemelli.L’ evento è stato organizzata dall’ Associazione Moica con il partenariato delle associazioni di quartiere Unla, Associazione teatrale” Vecchi Giovani” , il gruppo dei boys scout , il comitato di Quartiere”Corviamo”, nonché di Fidapa Catanzaro e con il.Patrocinio dell ordine degli avvocati di Catanzaro e del Comitato alle pari Opportunità dell ordine degli avvocati di Catanzaro. Hanno aperto la fiaccolata i giovani allievi della scuola teatrale del quartiere che hanno avuto per tutta la durata dell evento un ruolo attivo e partecipativo. Ricordate nella presentazione dell’ evento attraverso la lettura dei loro nomi alcune delle vittime di femminicidio del 2022. “Dati ancora allarmanti eppure – ha detto la presidente regionale di “Moica, Giusy Pino – abbiamo nel sistema legislativo Italiano una superfetazione legislativa che ci consente di considerare l’ attuale assetto legislativo del tutto adeguato ad apprestare strumenti idonei a garantire una trattazione dei processi spedita e adeguata a tutelare le vittime dei reati. Se però registriamo una vittima di femminicidio ogni tre giorni qualcosa non ha funzionato.A nulla è valso l’effetto deterrente delle severe pene e misure di sicurezza previste per chi commette vittime di violenza ed allora poiché il fenomeno della violenza sulle donne è un fenomeno trasversale a culture e popoli diversi per riuscire a trovare il giusto metodo di prevenzione bisogna andare a cercare la matrice la radice comune a tale piaga sociale perché il fenomeno a questo punto è un problema culturale”.L’avvocata Pino a questo punto ha sottolineato come tale elemento lo si deve ravvisare nell’atavica struttura patriarcale delle società che vedeva concentrati nelle mani del pater familias ,nelle mura domestiche, e dei soli uomini nel contesto sociale del potere economico e politico .Sebbene nei secoli vi sia stata un’ evoluzione sociale che ha portato le donne ad occupare anche posizioni apicali nella società , l’ imprinting del patriarcato è rimasto nella mente degli uomini e in alcuni è degenerato in forme di mascolinità tossica.L’ esempio plastico di come quanto ciò sia vero è fornito dall’ ordinamento teocratico della Repubblica Iraniana dove sebbene la Costituzione Iraniana preveda la pari dignità e gli stessi diritti e doveri tra uomini e donne in base alla legge della Sharia , in realtà, le donne sono private di ogni diritto e soggiogate al potere maschile .La lettura della sharia in chiave patriarcale giustifica tutto ciò non la religione !La lotta che le donne Iraniane stanno portando avanti dopo la morte di Masha Amini, è una lotta contro il patriarcato! La presidente regionale del Moica ha quindi concluso la sua presentazione ed introduzione al susseguente dibattito dicendo che la chiave di lettura della origine della violenza sulle donne è appunto il patriarcato e solo una rivoluzione culturale che instilli nelle nuove generazioni il pensiero dell’ uguaglianza sociale dei generi,seppure nella diversità , porterà tra le future generazioni a guardare a tale piaga sociale come ad un brutto ricordo nella storia dei popoli.Molto articolato il dibattito scaturito dalle relazioni delle cinque relatrici che hanno trattato il tema dell incontro dai più disparati punti di vista convergendo tutti sull’ importanza del gioco di rete per l’emersione della violenza di genere e sulla diffusione della cultura di genere sin dalle prime fasi della vita dell’ individuo.Interessanti gli interventi dell avv.ta Garzaniti che muovendo dalle direttive delle Nazioni Unite ha effettuato un escursus comparativo tra la legislazione italiana ed iraniana .Escursus poi completato da Laura Gualtieri, presidente Sez.Fidapa di Catanzaro, che ha messo in evidenza le problematiche legate agli organi di femminicidio.Suggestivo l’ invito rivolto dalla professoressa Morano Cinque, seguita dalla presidente del Cpo della Provincia di Catanzaro Donatella Soluri , alle signore anziane, numerose fra la platea dei partecipanti all evento, di farsi portavoce, fra nipoti e figlie, di messaggi di non tolleranza di azioni di violenza endofamiliare e di attenzione all uso dei telefonini potenziali strumenti di nuove forme di violenza ai danni delle più giovani.Altrettanto toccante l’ invito alle donne di Stefania Mandaliti,presidente del centro di ascolto Stella del mare, a non tenere tutto dentro ma a contattare gli esperti presenti sul territorio tutte le volte in cui ci si sente vittima di qualche genere di abuso generato da relazioni disfunzionali.
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