VIBO_PROV
Idee per fermare uno spopolamento inarrestabile
Antonio Sisca Filadelfia
L’associazione “Pro Filos” guidata da Gabriele Runca, l’amministrazione comunale e l’Istituzione Castelmonardo, lavorano su una serie di progetti volti a frenare lo spopolamento della cittadina che però appare inarrestabile.
Per evitare che nell’arco di dieci anni Filadelfia diventi un paese fantasma abitato solo da anziani (attualmente Filadelfia conta 5mila 465 abitanti contro gli ottomila del 2006) si punta sul rilancio del turismo, non solo di ritorno, attraverso una serie di iniziative tese al rilancio dell’artigianato che fino agli Settanta era assai fiorente. L’obiettivo dell’amministrazione comunale della “Pro Filos” e dell’Istituzione comunale Castelmonardo, e non adesso, è quello di dare una nuova linfa al territorio sfruttando le bellezze paesaggistiche e i monumenti di cui la cittadina è ricca.
Un progetto, che nonostante gli sforzi portati avanti nell’ultimo decennio, stenta però a decollare anche perché non c’è alcun ricambio generazionale. I giovani, infatti, una volta diplomatisi vanno via, mentre le botteghe artigianali dove spesso un tempo si andava per chiacchierare oggi non esistono quasi più. Molte purtroppo hanno chiuso i battenti e quelle poche rimaste in vita sono condotte da anziani, destinate pertanto a sparire nell’arco di pochi anni.
«Abbiamo messo su un laboratorio di tessitura al telaio – sottolinea lo storico Vito Rondinelli – apprezzato da turisti e villeggianti che ammirano i manufatti realizzati dalle poche persone che si sono iscritte al corso; lo scopo è quello di indirizzare i giovani verso questa attività ormai scomparsa, ma, il riscontro, almeno finora, non è stato del tutto soddisfacente. Da anni lavoriamo sul recupero del patrimonio artistico-culturale – aggiunge – in particolare sul recupero del vecchio borgo medievale di Castelmonardo, ma c’è chi inspiegabilmente rema contro, il lavoro pertanto va a rilento e ciò mette tanta tristezza». Chiaro il riferimento alla polemica che ha infiammato il cda dell’Istituzione con le dimissioni di diversi consiglieri.
L’ossatura dell’antica economia di Filadelfia è stata soppiantata dall’apertura di numerose attività commerciali i cui esercenti tirano un sospiro di sollievo solo nei mesi di luglio e agosto quando la popolazione si triplica con l’arrivo dei villeggianti ma, spiega una signora che gestisce un negozio in pieno centro storico , non è sufficiente a mandare avanti la baracca anche perché gli affitti sono esagerati, per un magazzino di 150 metri quadrati si arriva a chiedere anche 600 euro al mese.
Le iniziative attuatenon hanno però datoriscontri soddisfacenti