Il Consiglio dell’Acri ha approvato il bilancio di sistema delle Fondazioni di origine bancaria per l’esercizio 2012, in cui esse si sono trovate a operare in un contesto caratterizzato da forti tensioni sociali e da una ancora marcata instabilità economica e finanziaria. Di seguito i dati fondamentali. L’edizione integrale del Rapporto sulle Fondazioni di origine bancaria, il XVIII, sarà disponibile online nei prossimi giorni all’indirizzo www.acri.it .
A fine dicembre 2012 il valore del patrimonio delle 88 Fondazioni di origine bancaria ammonta a 42,183 miliardi di euro, pari all’82,7% dell’attivo (51 miliardi), facendo registrare un decremento del 2% rispetto all’anno precedente, per un importo di circa 851 milioni di euro, da attribuire per il 77% a una sola Fondazione, che ha operato una svalutazione funzionale alle condizioni di contesto. La struttura generale degli investimenti non é mutata rispetto all’anno precedente e l’attivo é costituito per circa il 96% da attività finanziarie, mentre le immobilizzazioni materiali e immateriali rappresentano solo il 3,7%. Il totale dei proventi complessivamente conseguiti registra una crescita significativa (+24,1%), attestandosi a quota a 1.535,6 milioni di euro (1.236,9 milioni nel 2011). Analizzando la composizione dei proventi é da segnalare il drastico ridimensionamento della componente straordinaria netta che, nell’esercizio in esame, si attesta a quasi 256,7 milioni di euro, rappresentando il 16,7% del totale dei proventi, mentre era pari a 628,4 milioni nel 2011 e costituiva oltre la metà del totale dei proventi (precisamente il 50,8%). Si rileva, inoltre, come le gestioni patrimoniali abbiano dato risultati positivi con utili importanti (399 milioni di euro, con una redditività media del 4,3%), così come gli investimenti finanziari diversi da quelli partecipativi (interessi, proventi assimilati e risultato della negoziazione titoli) abbiano avuto una redditività del 2,8% (era stata -0,3% nel 2011). Al contrario i dividendi mostrano una flessione passando da 1.104 milioni a 751 milioni di euro; in particolare anche quelli derivanti dalla conferitaria si riducono del 34,3% passando a 445 milioni di euro dai 677 del 2011, con una redditività che si attesta al 2,3% (2,9% nel 2011).
Nel 2012 la redditività netta media del patrimonio delle Fondazioni é stata del 3,6% in sensibile miglioramento rispetto al 2011 (2,7%). Gli oneri di gestione totali si sono ridotti del 44%, passando a 410,7 milioni di euro dai 731 del 2011. In particolare ha inciso il decremento degli accantonamenti a fronte di rischi e oneri futuri, che nello scorso esercizio erano stati particolarmente consistenti. Per quanto riguarda, invece, il carico fiscale si é registrato un ulteriore aumento (+29,5%; nel 2011 c’era già stato un incremento del 20%). Fra imposte e tasse le Fondazioni nel 2012 hanno pagato 29,2 milioni, che diventano 171 milioni di euro (100 milioni nel 2011) se si considerano 132 milioni di imposte sostitutive sui redditi degli investimenti finanziari (a seguito anche dell’innalzamento della ritenuta dal 12,5% al 20%), 18,4 milioni a titolo di Ires, 4,5 milioni corrisposti per l’Imu e 3,6 milioni per l’Irap. Il combinato disposto di maggiori proventi e minori oneri ha generato un risultato di gestione molto positivo, pari a 1.069,7 milioni di euro: +127,3% rispetto ai 470,6 milioni del 2011. Tuttavia le erogazioni deliberate – a cui viene destinata una parte dell’avanzo di gestione al netto di costi, imposte e tasse e degli accantonamenti a riserva per la salvaguardia del patrimonio – non hanno avuto un andamento proporzionale, attestandosi a quota 965,8 milioni di euro (1.092,5 nel 2011, -11,6%).
Le Fondazioni hanno, infatti, adottato la scelta prudenziale di destinare una parte importante (oltre 394 milioni di euro) dell’avanzo di gestione sia al rafforzamento del Patrimonio che a quello dei Fondi per l’attività istituzionale futura (fra i quali il Fondo di stabilizzazione cui sono stati accantonati oltre 100 milioni di euro, rispetto ai 29 del 2011), da cui negli anni precedenti avevano attinto per mantenere adeguati livelli di erogazioni da destinare ai territori. Per quanto riguarda la distribuzione delle erogazioni (che vengono sempre destinate a soggetti non profit: nel 2012 il 69,1% é andato a enti privati e il 30,9% a enti pubblici) i sette settori nei quali tradizionalmente si concentra il maggior volume delle risorse rafforzano il loro primato, raccogliendo nel loro insieme il 95,3% dei contributi totali (nel 2011 era stato 93,7% ). Si tratta di Arte, attività e beni culturali (31,6% del totale erogato), Educazione, istruzione e formazione (15%), Assistenza sociale (12,9%), Ricerca (12,3%), Volontariato, filantropia e beneficienza (12,1%), Sviluppo locale (5,7% ), Salute pubblica (5,7%). é significativo che al welfare, che raccoglie i settori di Assistenza sociale, Salute pubblica e Volontariato, sia stato destinato quasi il 31% delle erogazioni, pari a 296,4 milioni di euro, per interventi non sostitutivi dei servizi pubblici.
Il gruppo degli altri settori di intervento (la legge ne prevede complessivamente 211) perde posizioni nel suo insieme, con uno scostamento positivo per la Protezione civile. Nel periodo 2000-2012, le Fondazioni hanno erogato risorse per complessivi 16,6 miliardi di euro e accantonato ulteriori risorse per l’attività erogativa futura per circa 1,9 miliardi di euro, per un totale di 18,5 miliardi di euro, assolvendo agli obblighi di salvaguardia del patrimonio. In merito agli accantonamenti al patrimonio, per l’anno 2012 l’Autorità di Vigilanza ha confermato l’aliquota dell’accantonamento alla “Riserva obbligatoria” al 20% dell’avanzo di gestione e ha fissato al 15% l’aliquota massima di accantonamento facoltativo alla “Riserva per l’integrità del patrimonio”.
Le Fondazioni, quindi, hanno potuto complessivamente destinare al patrimonio risorse, in misura variabile, da un minimo del 20% a un massimo del 35% dell’avanzo di gestione. Questo margine di flessibilità ha reso possibile graduare l’entità dell’accantonamento complessivo in relazione al risultato della gestione e alla necessità di salvaguardare i livelli erogativi. Per l’insieme delle Fondazioni, il dato complessivo di accantonamento alle riserve patrimoniali é pari a 380 milioni di euro (240 nel 2011) che al netto dei 191 milioni di disavanzo residuo si traducono, per l’intero sistema, in accantonamenti netti per 189 milioni di euro, pari al 17,6% dell’avanzo. L’ammontare degli accantonamenti, anche al netto del disavanzo residuo complessivo, si attesta su valori molto più consistenti del 2011, anno in cui l’accantonamento patrimoniale era totalmente assorbito dal disavanzo residuo. Tali considerazioni hanno ovviamente valore se riferite all’intero sistema (per la singola Fondazione valgono le risultanze del proprio bilancio e il disavanzo dell’una non compensa l’accantonamento dell’altra) e mostrano come, in media, la gestione 2012 abbia prodotto risultati positivi, dopo un esercizio particolarmente difficile come il 2011.
1 D.lgs. 17/5/1999 n. 153, art. 1, comma 1 lettera c-bis: Famiglia e valori connessi; crescita e formazione giovanile; educazione, istruzione e formazione, incluso l’acquisto di prodotti editoriali per la scuola; volontariato, filantropia e beneficenza; religione e sviluppo spirituale; assistenza agli anziani; diritti civili; prevenzione della criminalità e sicurezza pubblica; sicurezza alimentare e agricoltura di qualità; sviluppo locale ed edilizia popolare locale; protezione dei consumatori; protezione civile; salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativa; attività sportiva; prevenzione e recupero delle tossicodipendenze; patologie e disturbi psichici e mentali; ricerca scientifica e tecnologica; protezione e qualità ambientale; arte, attività e beni culturali. A questi si aggiungono: realizzazione di lavori pubblici o di pubblica utilità e realizzazione di infrastrutture, a seguito del d.lgs. 12/4/2006, n.163, art. 153 comma 2 e art.172 comma 6.
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