Fondi UE per l’inclusione sociale e la lotta alla povertà

Il nuovo Accordo di partenariato tra la Commissione europea e l’Italia sull’utilizzo dei fondi europei, adottato il 29 ottobre scorso, muoverà risorse comunitarie per 44 miliardi di euro e altri 20 miliardi arriveranno dal cofinanziamento nazionale.

Ci sono anche 4 milioni di euro da spendere per l’inclusione sociale e la lotta alla povertà all’interno dell’Accordo di partenariato 2014-2020 stipulato tra Commissione europea e Italia sull’utilizzo dei fondi europei, che complessivamente riguarda l’utilizzo di 44 milioni di fondi europei cui si aggiungono 20 milioni di finanziamento nazionale.

Dopo la firma dell’Accordo, bisogna ora stilare i Programmi Operativi nazionali e regionali.

Per quanto riguarda inclusione sociale e povertà, gli obbiettivi indicati sono:
– riduzione della povertà, dell’esclusione sociali e innovazione sociale
– incremento dell’occupabilità e della partecipazione al mercato del lavoro, attraverso percorsi integrati e multidimensionali di inclusione attiva delle persone maggiormente vulnerabili, vittime di violenza o grave sfruttamento e a rischio discriminazione
– aumento/consolidamento/qualificazione dei servizi di cura socio-educativi rivolti ai bambini e cura rivolti a persone con limitazioni dell’autonomia e potenziamento della rete infrastrutturale e dell’offerta di servizi sanitari e sociosanitari territoriali
– riduzione del numero di famiglie in condizioni di disagio abitativo
– riduzione della marginalità estrema e interventi di inclusione a favore delle persone senza dimora e delle popolazioni Rom, Sinti e Camminanti in coerenza con la strategia nazionale di integrazione dei Rom
– aumento della legalità nelle aree ad alta esclusione sociale e miglioramento del tessuto urbano nelle aree a basso tasso di legalità.

Per il punto 3, ed in particolare i servizi sociosanitari, tra i risultati attesi ci sono:
– presa in carico multiprofessionale per progetti di inclusione lavorativa di persone con disabilità, anche attraverso promozione del modello Icf
– diffusione di buoni servizio per favorire l’accesso ai servizi sociosanitari, in modo anche da aumentare prestazioni fornite, fasce orarie di servizio, posti di lavoro nel settore
– aiuti agli investimenti privati (anzitutto di imprese e organizzazioni del terzo settore di piccole dimensioni) in strutture per anziani, dalle residenze sociosanitarie ai centri diurni
– investimenti pubblici per potenziare i servizi territoriali sociosanitari, non ospedalieri
– creazione di registri di accreditamento e albi di fornitori di servizi di cura a persone non autosufficienti
– definizione dei contenuti delle professioni sociali e loro riconoscimento uniforme in tutta Italia.

L’Accordo sottolinea che è necessario “riqualificare l’offerta di servizi socio assistenziali, in particolare nel Mezzogiorno,per garantire diritti ai cittadini,ma anche per gli auspicabili riflessi sul mercato del lavoro”.

Clicca qui per consultare tutti i documenti relativi all’Accordo di Partenariato 2014-2020 per l’impiego dei fondi strutturali e di investimento europei, adottato il 29 ottobre alla Commissione europea a chiusura del negoziato formale.

http://www.uneba.org/
http://www.dps.gov.it/it/AccordoPartenariato/
http://www.governo.it

fonte: www.nonprofitonline.it

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