Domenica 8 ottobre si è svolto presso il Parco della Biodiversità di Catanzaro il primo Festival della Follia con la terza passeggiata per la Salute mentale.
Proposto anche quest’anno dalle associazioni Libellula e Progetto Gedeone con la collaborazione del Centro Diurno di Catanzaro. È un evento con il quale si vuole parlare di salute mentale, di inclusione, di abbattimento dello stigma nei confronti di chi soffre di disturbi psichici. La sensibilizzazione e l’informazione rispetto a questa tematica sono gli obiettivi forti a cui le due associazioni puntano.
Non meno importante per le due associazioni è la permanente ricerca di ampliamento della rete a sostegno dell’agire, che moltiplica le opportunità, riduce le “fatiche” e favorisce una reale integrazione e cooperazione. Purtroppo rete, collaborazione, sono termini che nel nostro territorio esistono solo sulla carta.
Perché la passeggiata ?
Perchè camminare apre frontiere, fa scoprire strade non battute, favorisce l’incontro e sollecita lo sguardo a posarsi su chi ti cammina accanto. Camminare rappresenta l’idea di andare avanti, di affrontare la fatica, di godere del percorso in ogni suo passaggio. È continuare a cercare.
Appuntamento nato nel 2021, ha portato ad una collaborazione con il Comune di Catanzaro e i servizi che fanno capo al Dipartimento di salute mentale. Tutti loro hanno saputo dare nuovi stimoli, condividendo obiettivi comuni.
Le iniziative in cartellone puntano a sensibilizzare tutta la comunità su ciò che ancora oggi le persone con disagio psichico devono sopportare, ovvero il pregiudizio, l’isolamento e la vergogna. La particolarità degli appuntamenti che proponiamo sta nell’aver scelto di lavorare sul raggiungimento graduale di un modo diverso di guardare alla malattia mentale per offrire ai diversi partecipanti un altro punto di osservazione ed un’occasione di riflessione. Negli ultimi anni il concetto di salute mentale si correla a quello di modello bio-psichico-sociale. Secondo questo modello, ogni condizione di salute o di malattia deriva dall’interazione di fattori biologici, fattori psicologici e fattori sociali. Questo porta alla necessità di pensare per ogni singola persona con disagio psichico ad un percorso personalizzato che coinvolga sia la rete territoriale che le famiglie.