Giornata mondiale del volontariato, in Italia oltre 44 mila associazioni

I dati del primo rapporto del Csvnet, presentato poche settimane fa. La maggior parte delle associazioni (55%) opera nel campo dell’assistenza sociale (11.812) e della sanità (9.098). Solo il 4% ha un presidente con meno di 35 anni. L’età media dei volontari è di 48 anni.

ROMA – Si occupano soprattutto di assistenza sociale, sono di piccole dimensioni e si trovano per la maggior parte al nord: sono le organizzazioni di volontariato in Italia, censite nel primo rapporto nazionale del Csvnet, Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato, promosso dalla Fondazione Ibm Italia. Il rapporto è stato presentato lo scorso ottobre. Ne riproponiamo i dati salienti oggi, in occasione della Giornata internazionale del volontariato.

In totale, sono stati raccolti i dati riguardanti 44.182 associazioni: non solo quelle iscritte ai registri pubblici, ma anche quelle registrate unicamente nelle banche dati dei Centri di Servizio. Il risultato è fotografia più dettagliata del mondo del volontariato mai realizzata in Italia.

La maggior parte opera nel campo dell’assistenza sociale (11.812) e della sanità (9.098): da sole queste due classi racchiudono il 55 per cento del totale delle associazioni. Seguono quelle che si occupano di cultura, sport e ricreazione. Anziani e minori sono le categorie primarie di utenti con il 25,4 per cento, mentre si dedicano a malati e disabili il 18 per cento delle organizzazioni. Si occupano di nomadi, immigrati o profughi il 5,7 per cento. Al nord e nel centro si trovano oltre la metà delle associazioni: Lombardia, Toscana, Lazio, Piemonte, Emilia Romagna sono le regioni in cui le realtà del volontariato sono più radicate. Se però si confronta il numero di abitanti con quello delle organizzazioni, sono Friuli Venezia Giulia e la Valle d’Aosta ad avere più onlus. Al sud e nelle isole si registrano, invece, le percentuali più basse: rispettivamente il 17 e il 6 per cento del totale.

La metà delle associazioni opera con meno di 16 volontari: solo il 15 per cento ha un numero superiore a 50. Per quanto riguarda i soci, ne hanno meno di 60 il 50 per cento, mentre poco più del 10 per cento ha una base associativa molto estesa (oltre 500 soci). La rappresentanza legale è composta, per i due terzi, da uomini.

Negli ultimi sette anni il numero di nuove associazioni costituite è diminuito costantemente: nel 2014 si è registrato un meno 15 per cento rispetto all’anno precedente. Le associazioni più piccole per numero di volontari e per numero di soci sono anche quelle più giovani: il 50 per cento è stato costituito dal 2000 in poi. La metà delle organizzazioni con più di 60 volontari ha oltre 25 anni di storia. Quelle più “anziane” si occupano di sanità: il 50 per cento ha quasi 30 anni di attività, mentre quelle di più recente costituzione sono nel settore ambientale (anno 2006) della protezione civile (anno 2005) o della cooperazione internazionale (anno 2004).

Non sono “riconosciute” oltre il 90 per cento delle organizzazioni del nord: Veneto (97 per cento), Lombardia (93 per cento), Valle d’Aosta (91 per cento), l’Emilia Romagna (90%). Il Lazio, invece, ha la più alta percentuale di associazioni riconosciute. Nel Sud, il Molise è l’unica regione con oltre il 90 per cento delle associazioni non riconosciute, mentre in Puglia e Sicilia oltre il 66 per cento sono riconosciute. La maggior parte ha come ambito territoriale di riferimento il comune di appartenenza e solo 5 su 100 hanno un riferimento territoriale nazionale o internazionale. L’83 per cento, infine, ha la qualifica fiscale di onlus.

Solo il 4% delle associazioni ha un presidente under 35. I presidenti delle OdV hanno in media 58 anni, dieci in più rispetto ai volontari delle stesse organizzazioni, e arrivano a ricoprire quel ruolo dopo un periodo lungo di gavetta. I giovani adulti con meno di 35 anni sono quasi un quarto dei volontari (23,9%) e solo il 4,1% dei presidenti ha meno di 35 anni, il 10,3% è fra i 35 e i 44 anni. E’ questo uno dei dati più importanti (e per certi aspetti preoccupanti) che emerge dallo studio “I Profili del volontariato italiano. Un popolo che si impegna per una società più coesa” condotto dalla Fondazione Volontariato e Partecipazione in collaborazione con il Banco Popolare, che è stata presentata lo scorso 22 ottobre.

Età dei volontari. Secondo lo studio, l’età media dei volontari nelle associazioni è in linea con quella della popolazione, 48,1 anni a fronte del 48,7 della popolazione nel suo complesso.

Sempre tra i presidenti, gli uomini sono in prevalenza ancora più netta: solo un presidente su tre è donna, tendenza analoga a quella registrata nella maggior parte dei contesti organizzativi di qualsiasi tipo (aziendale o istituzionale) dove la presenza femminile è più forte alla base e si assottiglia andando verso il vertice.

Il numero dei volontari nelle OdV. Per quanta riguarda i numeri dei volontari, in Italia ci sono 1,7 milioni di persone che fanno volontariato all’interno delle organizzazioni di volontariato, pari al 3,2% della popolazione italiana con più di 14 anni. La diffusione territoriale più elevata è nelle regioni del nord e del centro con punte superiori al 4,5% in Veneto e Lombardia e prossime all’8% in Trentino. Nel complesso i volontari nelle organizzazioni sono quindi 1,7 milioni sui 6,6 milioni circa che in Italia si dedicano al volontariato nelle sue diverse forme organizzate o informali.

Il tempo dedicato al volontariato. Per quanto concerne il tempo dedicato al volontariato, un volontario in media dedica 20,4 ore al mese alla sua attività, con la stima 28,7 milioni di ore di impegno gratuito in OdV al mese prestate complessivamente in Italia. I presidenti dedicano ancora più tempo: 25,6 ore al mese, quasi quattro giorni lavorativi pieni. Mediamente i volontari dichiarano un’anzianità di appartenenza all’organizzazione di 6,8 anni, i presidenti di nove anni.

 

Fonte Redattore Sociale

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