Giornata mondiale della Terra: dieci azioni per salvare il pianeta

Per aiutare il Pianeta e contrastare la crisi climatica Governo e cittadini possono fare davvero la differenza agendo in maniera concreta. Dieci azioni e impegni per il futuro da portare avanti senza se e senza ma, e che hanno al centro queste parole chiavi: più rinnovabili, più mobilità sostenibile, più economia circolare, ma anche politiche climatiche più ambiziose, maggiore coinvolgimento dei territori. Ed ancora cittadini promuser, attenti ad una spesa intelligente, ad uno stile di vita sostenibile, al riciclo, agli orti urbani. È quanto propone Legambiente che, in occasione della giornata mondiale della Terra (22 aprile), lancia un pacchetto di dieci impegni per il futuro, di cui cinque hanno per protagonista il Governo e cinque i cittadini.

Per Legambiente si tratta di un modo concreto per rispondere anche all’appello dell’Earth day che chiama tutti all’azione con lo slogan #investinourplanet.  È fondamentale agire ora e subito. I dati dell’Ipcc ci ricordano che non c’è più tempo da perdere, la crisi climatica avanza con la sua folle corsa e senza un impegno concreto da parte di Governo e cittadini sarà difficile ostacolarla e fermarla. Legambiente dall’Esecutivo si aspetta interventi più coraggiosi e decisivi a partire da un’accelerata nello sviluppo delle fonti rinnovabili, su cui non sono più ammessi ritardi e ostacoli, e la messa al bando progressiva dei sussidi ambientalmente dannosi. Quest’ultime risorse possono essere destinate alle politiche di efficienza, allo sviluppo delle fonti rinnovabili, alla riconversione innovativa e sostenibile dei trasporti e del mondo produttivo e alla bonifica dei territori inquinati. In questa partita in nome dell’ambiente e del Pianeta, anche i cittadini possono e devono fare la loro parte seguendo in primis uno stile di vita più sostenibile.

Dieci impegni per il Pianeta

Cosa può fare il Governo? 

Più rinnovabili: nel nostro Paese per fermare la dipendenza dalle fonti fossili e il ricatto del gas servono più efficienza e rinnovabili. Occorre arrivare ad autorizzare entro un anno 90 GW di nuovi impianti a fonti rinnovabili da realizzare entro il 2026 come proposto da Legambiente, Greenpeace Italia e WWF Italia, sulla falsariga di quanto chiesto anche da Elettricità Futura di Confindustria. Inoltre, il Governo deve approvare con urgenza un decreto sblocca rinnovabili per sostituire le centrali a gas costruite dopo il blackout nazionale del 2003 e per ridurre i consumi di gas di 36 miliardi di m3 all’anno entro il 2026.

Più mobilità sostenibile: è importante incentivare sempre di più la mobilità sostenibile. Servono più colonnine di ricarica e più treni e autobus elettrici nelle città inquinate, più risorse ai Comuni per i Piani Mobilità sostenibile e gli spostamenti ciclopedonali, ridisegnare lo spazio pubblico e le zone 30 come principale misura di sicurezza stradale. Stop invece ai bonus per l’acquisto di qualsiasi veicolo a motore a combustione.

Politiche climatiche più ambiziose: l’Esecutivo deve mettere in campo politiche più ambiziose in linea con l’obiettivo di 1.5 °C e deve prendere misure non più rimandabili come lo stop ai sussidi ambientalmente dannosi per far uscire il nostro Paese dalla dipendenza delle fonti fossili, a partire dal gas russo, accelerando lo sviluppo delle politiche di efficienza e delle fonti rinnovabili.  

Più economia circolare: per far decollare in Italia la rivoluzione del pacchetto europeo sull’economia circolare il Governo definisca una strategia e un piano nazionale che abbia al centro: mille nuovi impianti di riuso e riciclo, più controlli ambientali e dibattito pubblico nei territori, più semplificazioni e decreti End of waste, lo sviluppo del mercato dei prodotti riciclati. Sono questi i giusti passi per completare al più presto la rivoluzione circolare in grado di creare investimenti, occupazione ed economia sul territorio, oltre a evidenti benefici all’ambiente.

Più coinvolgimento dei territori: su questo punto l’associazione torna a ribadire l’importanza di un maggiore coinvolgimento delle comunità locali attraverso il dibattito pubblico. Ad esempio, nel percorso legato alla realizzazione delle opere del PNRR prevedere l’obbligo di un confronto e un coinvolgimento dei territori permetterebbe anche di contenere la sindrome «nimby» dei cittadini (not in my backyard, non nel mio giardino) e il «nimto» degli eletti (not in my terms of office, non nel mio mandato).

Cosa possono fare i cittadini? 

Cittadini promuser: i produttori-consumatori della propria energia rinnovabile diventano protagonisti di un nuovo modello energetico sempre più distribuito, incentrato sulle fonti rinnovabili, in grado di contrastare in maniera determinante i cambiamenti climatici ma che permette anche alle famiglie di risparmiare sulla bolletta.

Fare una corretta raccolta differenziata: è fondamentale fare una corretta separazione domestica dei rifiuti finalizzata alla raccolta differenziata e seguire la regola delle tre R: riduci (è fondamentale ridurre la produzione di rifiuti all’origine), riusa (ogni prodotto va utilizzato più volte possibile), ricicla (partendo dal fatto anche un rifiuto può essere una risorsa).

Uno stile di vita più sostenibile: ogni cittadino nel suo piccolo attraverso uno stile di vita sostenibile può fare la differenza.  Sono molti i settori in cui ognuno di noi può incidere con le proprie scelte: ad esempio con la mobilità sostenibile, oppure optando per l’utilizzo delle rinnovabili, a partire dal proprio fornitore di energia.

Orti urbani: dal verde urbano incolto alle aree degradate e ai rooftop garden (l’agricoltura su tetti e terrazzi che mitiga in modo naturale temperatura esterna e interna degli edifici), tutto può essere coltivato e trasformato in terreno per piante officinali e fiori, ortaggi e frutta da destinare al consumo familiare. Gli orti urbani, in crescita costante, forniscono una soluzione efficace per favorire relazioni tra il centro e la zona agricola periurbana, assorbono i gas a effetto serra e sono anche spazi ideali per la salvaguardia della biodiversità e della vita di numerose specie, tra cui le api, una delle più attive famiglie di insetti impollinatori.

Una spesa intelligente e sostenibile: fa bene all’ambiente, al Pianeta e al portafoglio e permette di evitare anche lo spreco di cibo. Tra i consigli alla base di una spesa intelligente e sostenibile: optare ad esempio per prodotti freschi, a km 0 e con pochi imballaggi.

Fonte: Legambiente

Stampa o condividi