I CSV calabresi richiedono attenzione alla Regione

L’incontro che i Centri di Servizio al Volontariato della Calabria hanno tenuto mercoledì, in Cittadella, con il Governatore Mario Oliverio e con l’assessore alle Politiche Sociali Angela Robbe non era solo di natura conoscitiva. Era un incontro meditato da tempo e non più procrastinabile, anche in vista dell’imminente pubblicazione delle linee guida sul bando del volontariato. Ed era anche motivato dal riconoscimento della rete di infrastrutturazione sociale più grande della Calabria (qual è quella dei CSV) che merita attenzione per la sua vicinanza ai bisogni del territorio e per l’apporto dato a centinaia di associazioni, specie a quelle più piccole.
Un ruolo di prossimità, quello dei CSV, misconosciuto dai più, che viene svolto in “trincea” e necessita di essere sostenuto, ha ribadito Oliverio: “I CSV sono una risorsa importante, e si ritrovano a svolgere una funzione che spesso supplisce alle istituzioni, disattente nell’intercettare i bisogni per i motivi più diversi. E’ il caso di vedere con quali modalità si può dare sostegno a tutte le associazioni che si rivolgono ai CSV”.  L’assessore Robbe, dietro impulso di Filippo Sestito, direttore del CSV di Crotone, e di Roberto Garzulli, coordinatore dei CSV calabresi, che hanno condotto l’incontro, ha fornito rassicurazioni a riguardo, a partire dalla previsione di una manifestazione di interesse che favorisca la partecipazione del volontariato nei percorsi in cui è necessario che il volontariato sia presente: “Il sistema del sociale è uno dei sistemi più maturi nella regione, ma è cresciuto da solo e, contrariamente alla sanità, non è mai stato visto come tale – ha dichiarato la Robbe – Finché non sarà inglobato nella visione di crescita di questa regione non diventerà strutturato. E’ tempo che il sociale si renda “visibile” con i risultati raggiunti nel territorio, che venga perseguita la continuità nei rapporti con le istituzioni e che vengano date delle regole per crescere e costruire proposte che possano diventare “sistema”. Del resto, se la riforma del Welfare non è stata ancora attuata in Calabria, è perché c’è disattenzione verso il mondo del sociale: ma chi può percepirne il peso se non lo si conosce?”
Un buon punto di partenza, secondo Filippo Sestito, è quello di avviare un processo istruttorio con la Regione, individuando un punto di riferimento amministrativo con il quale interagire. Ed anche se i CSV non hanno il potere di rappresentanza delle associazioni, sono nelle condizioni di far conoscere all’esterno quelle che sono le istanze delle piccole e grandi associazioni, nel pieno esercizio dell’attività di erogazione di servizi gratuiti ai volontari degli enti del Terzo Settore. Le competenze acquisite sul campo dai membri degli staff tecnici, inoltre – ha proseguito il coordinatore Garzulli – potrebbero essere di valido aiuto per la Regione nell’attività di co-progettazione dei bandi da rivolgere alle associazioni. “I bandi regionali sono spesso improponibili e non consentono alle piccole associazioni di parteciparvi – è stato l’accorato appello che Caterina Iuliano, membro del direttivo del CSV di Catanzaro, ha rivolto a tal proposito all’assessore intervenendo, tra gli altri, a margine dell’incontro – Sarebbe opportuno che nell’elaborazione dei bandi regionali fossero tenuti in debito conto le indicazioni dei tecnici e dei rappresentanti dei CSV, che conoscono bene i bisogni sociali del territorio”.

 Ufficio stampa CSV Catanzaro

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