I servizi al volontariato e ai cittadini secondo una “charity” inglese

 

Volunteer Centre

Il lavoro della “Community Action Dacorum”, frequentata per 2 settimane da operatori dei CSV nell’ambito del progetto Noprofit#EUskills. Consulenze, connessioni con il profit, aiuto nella ricerca di volontari e interventi diretti alle persone in difficoltà.

È entrato nel vivo il progetto “Noprofit#EUskills” (No profit skills building inclusive Europe) promosso, nell’ambito del programma Erasmus+, dal CSV Marche in collaborazione con CSVnet e i CSV di Ferrara, Forlì – Cesena, Modena, Bologna, Toscana, Reggio Emilia, Parma, Lazio Spes, Piacenza, Rimini, Torino.

Il progetto ha messo a disposizione 144 borse di studio per training formativi di 15 giorni in uno di questi 5 paesi: Belgio, Gran Bretagna, Lituania, Malta e Spagna.
La presenza di CSVnet all’interno del partenariato ha permesso l’accesso a questa opportunità formativa a tutti i CSV soci, anche se non direttamente partner del progetto. Delle 144 borse totali, infatti, 34 sono state messe a disposizione di tutto il sistema dei CSV soci.

L’obiettivo è di accrescere le competenze manageriali e specifiche nell’ambito della progettazione europea, con particolare attenzione alla creazione e gestione di relazioni e reti di lavoro internazionali.

Dal 10 al 24 luglio a Hemel Hempstead, una cittadina vicino Londra, si è svolto uno dei training formativi che andranno avanti fino al maggio 2017. Tra i partecipanti c’era Elena Casini, responsabile organizzativo di CSVnet, che qui racconta alcuni aspetti salienti di questa esperienza.

A Hemel Hempstead siamo stati ospiti della Community Action Dacorum (Cad), partner di “Noprofit#EUskills”, ed è attraverso questa “charity” che abbiamo potuto ricevere tante informazioni e avere incontri stimolanti.

Dacorum è un distretto a nord di Londra dove la Cad opera su vari fronti. Per alcuni aspetti non lontane dal ruolo di un CSV, le attività di Cad supportano il lavoro di gruppi e associazioni di volontariato del territorio con servizi come il sostegno nella raccolta fondi e nel marketing, la formazione, così come la messa a disposizione di sale riunioni e attrezzature. Infine Cad fornisce un vero e proprio servizio di consulenza del lavoro con tenuta delle buste paga.

Oltre a questo, Cad realizza interventi diretti alla cittadinanza, come molteplici corsi (dall’inglese, alla danza, a laboratori artistici e creativi), servizi di interpretariato e traduzione per persone non di madrelingua inglese, trasporto sociale sia con pulmini che con auto guidate da volontari e infine la messa a disposizione gratuita di carrozzine a motore all’interno di un grande centro commerciale per persone che hanno una mobilità ridotta. In tutto ciò si interseca la gestione di una radio (Radio Dacorum), un’officina di riparazioni gestita da volontari anziani e numerosi progetti europei che permettono scambi frequenti con persone di altri paesi (oltre al nostro gruppo di 8 italiani, nello stesso periodo erano presenti una ragazza lettone e due volontari del Servizio Volontario Europeo dalla Francia e dalla Lettonia).

Infine grande attenzione viene data alla creazione di “connessioni” tra mondo non profit e profit. Una delle esperienze che ci è stata presentata è il progetto “The dragons apprentice challenge”, una sfida tra gruppi di studenti delle scuole locali che, supportati da un esperto proveniente dal mondo profit (il “dragon”) devono progettare e realizzare una campagna di fund raising per un’associazione locale. I ragazzi dispongono di un budget iniziale di 200 sterline e la sfida è trasformarle in 2.000. Qualunque sia il risultato, i ragazzi vengono in contatto con le problematiche del territorio, progettano e realizzano qualcosa di utile e allo stesso tempo apprendono tecniche di marketing e fund raising.

Questa è solo una delle interessanti esperienze che abbiamo avuto modo di conoscere in queste due settimane, alcune forse non replicabili nel contesto italiano, ma sicuramente utili a fornire spunti interessanti nel lavoro dei CSV e di CSVnet.
Citandone solo un’altra, che forse si avvicina di più al nostro mondo, mi ha molto colpito il lavoro fatto dal Volunteer centre Dacorum per aiutare le associazioni e i gruppi locali presenti nel proprio database a trovare e gestire i volontari. Questo ente, sul proprio sito, propone infatti una checklist di 6 punti (The valuing volunteer management 6 point promise) con cui un’organizzazione può auto-valutare le proprie politiche e procedure di gestione dei volontari. Cercare di rispondere ai requisiti è utile all’organizzazione perché comporta un riconoscimento pubblico, ma è anche un modo per migliorare il rapporto con i propri volontari. E in ogni caso il Volunteer centre Dacorum è a disposizione per consulenze e formazione in tutto ciò in cui l’organizzazione risulta carente.

Concludendo, l’esperienza complessiva, che ha compreso anche una parte di formazione in aula su progettazione europea, fund raising e inglese, è senza dubbio da consigliare; conoscere realtà diverse è sempre utile ed è interessante scoprire che sono tante anche le somiglianze.

Last, but non least ringrazio i miei compagni di viaggio (Angela, Rosanna, Cristiana, Alessio, Antonio, Daniele e Roberto) che hanno reso questo soggiorno particolarmente piacevole”.

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