I volontari degli empori solidali: “Aiuto rispettoso e non moralistico”

 

I volontari degli empori solidali: “Aiuto rispettoso e non moralistico”

Parlano Tilla e Simonetta che da circa un anno accolgono le famiglie che fanno la spesa all’Emporio di Parma che dal 20 ottobre ha una nuova sede. Nato nel 2009 ha aiutato più di 1.100 nuclei. Il 27 ottobre a Soliera (Modena), il terzo festival degli empori dell’Emilia-Romagna 

(Fonte: Redattore Sociale) Aiutare chi è in difficoltà senza ledere la dignità delle persone. Cercavano un’esperienza di questo tipo e hanno trovato la possibilità di realizzarla all’Emporio, il market solidale nato a Parma nel 2009. Sono 2 volontarie che voluto sperimentare una realtà di cui avevano sentito parlare, frutto di una rete di associazioni di volontariato promossa dal Centro Servizi per il volontariato di Parma-Forum Solidarietà, e che il 20 ottobre ha inaugurato la sua nuova sede, ampliando sia gli spazi per gli scaffali e il magazzino che quelli per l’accoglienza e le attività collaterali. Raggiungiamo al telefono Tilla Pugnetti mentre sta rinnovando per un mese la tessera di un utente. Da un anno, per 2 volte alla settimana, gestisce l’accoglienza, indirizzando le persone che si rivolgono all’Emporio nell’attivare l’aiuto che hanno chiesto. “Non mi aspettavo ci fossero tante persone in condizioni reali di bisogno”, confessa lei che, prima di andare in pensione faceva la sindacalista. “C’è una realtà sociale molto ampia, che non vediamo, e che esprime dei bisogni. Questa è stata la prima sorpresa. La seconda è che ci sono anche molti italiani in condizione di fragilità”. Dell’emporio apprezza la “modalità di aiuto rispettosa della dignità, l’approccio laico e non moralistico all’aiuto”.

“Con la loro tessera le persone possono scegliere cosa portare a casa e questo è molto importante per chi magari viene a fare la spesa con in bambini, non hanno l’impressione tremenda dell’elemosina”, spiega la volontaria. In passato, con un’associazione, le è capitato di distribuire una borsa coi panini a chi dormiva in stazione. “Mi faceva stare male, lì siamo all’ultimo stadio”. All’emporio arrivano anche persone che chiedono aiuto per trovare un lavoro. Ricevono l’assistenza di un’operatrice che li aiuta a compilare un curriculum. Sono rari i casi di aggressività. “È finta aggressività, dovuta al fatto che si vergognano a chiedere aiuto”, pensa Pugnetti. A volte ha incontrato vecchie conoscenze, qualcuno che si era rivolto al sindacato per questioni di lavoro. “Ora sono persone nude e crude, non c’è più nessun filtro. È un bell’impatto. Alcuni sono imbarazzati, altri al contrario si sentono tranquilli perché sanno chi sono”.

Tra gli scaffali, i rapporti fra chi fa la spesa e i volontari sono più rarefatti. “Vengono qui a fare la spesa. Se qualcuno ci chiede informazioni, spieghiamo quanti prodotti possono mettere nel sacchetto, siamo disponibili ma discreti. Non mi sembra che le persone si vergognino, ma è meglio non entrare troppo nelle dinamiche delle famiglie. Non facciamo domande, non mi sembra che le persone abbiano voglia di raccontarci qualcosa”, racconta Simonetta Faccini. Fino a pochi anni fa non conosceva l’emporio. “Me ne ha parlato mia consuocera. Anche lei è diventata volontaria da un anno e mezzo. Quando mio marito ha chiuso l’officina dove lo aiutavo in amministrazione, ho deciso di rendermi utile a chi aveva bisogno. È la mia prima esperienza di volontariato”. Simonetta ammette che qualche volta ha l’impressione che qualcuno se ne approfitti. “Ma quando presentano l’Isee, si capisce che hanno necessità. Non penseresti mai che alcune famiglie siano in difficoltà. Fare volontariato qui permette di conoscere meglio il mondo di oggi, chi non ha problemi economici non penserebbe mai che intorno a noi alcuni sono in difficoltà. A volte non vogliamo vedere a volte proprio non ce ne rendiamo conto”.

All’Emporio di Parma operano una sessantina di volontari. Dalle poche decine di tessere dei primi tempi si è passati a più di 1.100, con 1.146 nuclei familiari raggiunti. Nella nuova sede, in via Veterani dello sport 3/a, si è trovato “uno spazio più adeguato, per organizzare la merce e l’immane lavoro dei volontari che ogni giorno gestiscono quintali di prodotti, non solo alimentari”, spiegano dall’emporio, triplicando la catena del freddo per la conservazione del fresco, “che costituisce il 40% della distribuzione”, fondamentale per garantire con latte, frutta e verdura “una dieta più sana ed equilibrata. È un altro fiore all’occhiello che fa del market di Parma un’esperienza che ci invidiano da lontano”.

È il terzo nato in Italia, il primo in Emilia-Romagna, dove la rete degli empori solidali si incontrerà il 27 ottobre per la terza edizione del suo festival, SolidER. In programma una tavola rotonda sulla responsabilità sociale di impresa e la presentazione di una mappatura nazionale. 

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