L’associazione traccia un primo bilancio del progetto TartAmar avviato un mese fa per verificare la presenza di Caretta caretta e tutelare la specie dalle minacce
A distanza di quasi un mese dal suo inizio, i volontari del Wwf tracciano un primo bilancio del Progetto TartAmar per il monitoraggio e la tutela dei nidi di tartaruga marina Caretta caretta. Il progetto, giunto alla sua quinta edizione, prevede l’ispezione mattutina di tratti ben definiti del litorale, sia ionico che tirrenico, da parte di decine di volontari del Wwf calabrese alla ricerca delle caratteristiche tracce che il rettile marino lascia sulla sabbia nelle ore notturne per raggiungere il punto in cui deporrà le sue uova prima di ritornare in acqua.
Sarà poi la sabbia a custodire il prezioso carico fino alla schiusa delle stesse uova che avverrà dopo circa 50 giorni, salvo problemi causati dall’uomo. Ad esempio l’impiego, ancora fin troppo diffuso, di mezzi meccanici utilizzati per la pulizia delle spiagge, così come constatato dagli stessi volontari, rischia di distruggere intere nidiate di tartarughe, così come la presenza sempre più evidente di luci artificiali sulle nostre coste, spinge le tartarughe neonate a dirigersi verso l’interno, anziché verso il mare, con la conseguente inevitabile morte. Per questo una delle attività più impegnative dei volontari consiste nella realizzazione, nei nidi più a rischio, di un corridoio di emersione ben schermato, per proteggere dalle luci le tartarughine al momento della schiusa, indirizzandole così verso la loro naturale destinazione. Si tratta di una struttura che consente anche ai visitatori di seguire l’emozionante schiusa, senza rischi per i piccoli.
In questo contesto, a stagione riproduttiva iniziata da circa un mese, sono poco meno di una ventina le emersioni di tartaruga accertate sulle coste ionica e tirrenica della regione, ma non tutte corrispondono a nidificazioni.
Per alcune di queste la verifica è ancora in corso, ma di certo cinque nidi sono già stati scoperti (e messi sotto tutela) dai volontari del Wwf Vibo Valentia/Vallata dello Stilaro, coordinati dalla biologa Jasmine De Marco sotto la supervisione scientifica del professor Toni Mingozzi, del DiBest dell’Università della Calabria, che studia la nidificazione della Caretta caretta in Calabria dal lontano 2000.
Ma le iniziative messe in campo dal Wwf comprendono anche attività di educazione ambientale destinate ai più piccoli (come il campo scuola “Summer Wild 2024” di Monasterace) e di sensibilizzazione e coinvolgimento dei cittadini, a cominciare dai gestori dei lidi, delle amministrazioni comunali. In questi ultimi casi il messaggio comunicativo e la proposta di specifici accordi si concentrano in particolare su un modo di gestire le spiagge che sia più rispettoso dell’ambiente e tale da conciliare, per come è negli auspici di tutti, la fruizione delle coste per la balneazione, con la tutela e la conservazione dei nidi di tartaruga marina. Laddove questa collaborazione si è verificata, fa sapere il Wwf, non sono mancati gli effetti positivi in termini di affluenza, partecipazione e di attenzione da parte di turisti e bagnanti sempre più desiderosi di conoscere gli aspetti straordinari della vita riproduttiva di una specie iconica quale la tartaruga marina e magari provare l’emozione di poter assistere al miracolo dello sgusciare dei piccoli dalla sabbia e la loro corsa verso il mare.
Fonte: ilVibonese