La campagna per la 35^ Giornata internazionale” indetta dall’Onu ha come simbolo un cuore blu e punta a evidenziare il ruolo chiave, ma anche il tema dell’accesso alle cure, dei volontari impegnati in prima linea nelle risposte all’emergenza Covid.
Un cuore blu. Da postare sui social, da attaccare sui muri e perfino da disegnare sulle mascherine. È il simbolo scelto per la Giornata internazionale del volontariato 2020, la ricorrenza voluta dall’Onu per il 5 dicembre e giunta alla 35^ edizione. Insieme al simbolo, l’Unv – il programma delle Nazioni Unite istituito in seguito alla risoluzione del 1985 – ha diffuso come sempre anche il tema della Giornata, che quest’anno non poteva che essere legato alla pandemia: “Nei mesi scorsi, – scrive l’Unv, – mentre il Covid-19 imperversava nel mondo, i volontari sono stati in prima linea nelle risposte mediche, comunitarie e sociali”. Un ruolo chiave, evidenziato anche dall’Organizzazione mondiale della sanità, che tuttavia non è stato “abbastanza riconosciuto, specialmente a proposito del benessere e dell’accesso alle cure per gli stessi volontari”.
È per questo motivo che l’Unv ha deciso di impostare la campagna che culminerà il 5 dicembre non solo sul ringraziamento, ma anche sul “mettere in luce le difficoltà e i bisogni dei volontari durante la pandemia: mostrando il loro impatto sulle comunità durante la crisi vogliamo raggiungere tutti gli angoli del pianeta con il messaggio che ‘Insieme possiamo, con il volontariato’”.
“Together We Can Through Volunteering” è appunto lo slogan del 2020, attorno al quale l’Unv ha diffuso due giorni fa tutti i materiali di comunicazione (l’hashtag è #Togetherwecan) da utilizzare in particolare sui social e negli eventi pubblici, che quest’anno saranno quasi esclusivamente on line.
Come sempre anche diversi Centri di servizio per il volontariato stanno organizzando momenti di celebrazione della Giornata internazionale. In molti di essi il tema dello sforzo del volontariato durante l’emergenza Covid-19 sarà declinato anche alla luce degli elementi specifici già emersi nella “consultazione” dei Csv realizzata la scorsa estate, della quale abbiamo dato conto nel report “Il volontariato e la pandemia”.
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