Il bimbo autistico ritrova il sorriso grazie all’affetto di un cucciolo abbandonato
Il cane vagava nelle campagne vibonesi quando è stato recuperato da una volontaria dell’Enpa e dato in adozione alla famiglia di Federico, 6 anni, di Pistoia. Da quel momento sono inseparabili
Un cucciolo abbandonato per le campagne vibonesi che ritrova l’amore in una famiglia che lo accoglie e in un bambino speciale. È la storia di Tom, cucciolo simil bassotto, recuperato per le strade di Caria nel comune di Drapia e di Federico, 6 anni, bimbo dolcissimo con il disturbo dello spettro autistico. Un incontro che ha cambiato per sempre le vite di entrambi, che ha ridato fiducia e speranza per un futuro diverso rispetto a quello prospettato.
Il cane recuperato a Caria, nel Vibonese
L’adozione è stata curata da Natalie Barba che, nel prendersi cura del cucciolo e delle due sorelline, dopo averli sfamati, portati al caldo e accuditi anche tramite l’ausilio di un veterinario, attendeva un affido e una casa dignitosa. Imbattersi in casi di abbandono e di crudeltà verso di animali è “pane quotidiano” per molti volontari. Raro, invece, trovare persone in grado di mettere in discussione le proprie abitudini e aprire le porte del proprio cuore ad un cane abbandonato. Invece a fare la prima telefonata è stata Roberta da Pistoia che chiedeva maggiori informazioni sul meticcio.
Federico e l’amicizia con Tom
In un primo momento, aveva evitato di dire che il figlio Federico fosse affetto da autismo per timore di perdere l’affido del cucciolo già in partenza. Erano stati i dottori a consigliare di prendere un cane. La successiva notizia non ha disturbato Natalie, anzi, è stata una spinta in più per procedere con l’adozione. Il bambino già dalla visione dei video ha appreso con curiosità l’arrivo di Tom. Dopo qualche giorno di conoscenza, i due sono diventati inseparabili: «Prendere Tom è una delle cose migliori che abbia fatto per Federico. Tom – commenta mamma Roberta – è la sua ombra. Quando piange o è arrabbiato, il cucciolo si appoggia con la tesa sul suo braccio e lo calma, come per dire “io ci sono, ti sto vicino”».
La pet therapy
I benefici della “pet therapy” stanno compiendo piccoli miracoli. Una sintonia complessa e delicata che porta ad aprirsi verso nuove esperienze, nuovi modi di comunicare, nuovi interessi. Il bambino ha incluso nella sua esistenza l’animale che, a sua volta, si è donato totalmente stimolando sorrisi e aiutandolo nella socializzazione. Federico – che non parla – ha trovato nel cane un contatto con il resto del mondo e oltrepassato la dimensione nella quale si era chiuso. Una testimonianza utile per sensibilizzare sul tema dell’autismo, disturbo del neurosviluppo di cui troppo poco ancora si parla ed i vantaggi che la presenza degli animali possono apportare per chi ne soffre.