Il nuovo Piano di Rientro regionale per l’accreditamento delle strutture socio-sanitarie meritava di essere esaminato da chi ha a che farci ogni giorno, e con questo scopo il Forum del Terzo Settore di Catanzaro- Soverato venerdì ha convocato un incontro a Palazzo De Nobili alla presenza dei sindaci dei rispettivi comuni capo-ambito. Le questioni poste dal Decreto regionale n. 503 in esame, messe sul tavolo dal portavoce Giuseppe Apostoliti, sono atavicamente in cerca di una soluzione, a partire dalla mancata erogazione delle rette – a rischio, infatti, centinaia di posti di lavoro – fino a giungere all’applicazione dei principi di amministrazione condivisa con il Terzo Settore, contenuti nell’articolo 55 del nuovo Codice del Terzo Settore e nelle recenti linee guida approvate dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Ma il problema risale ancora più addietro, come conseguenza della disattesa applicazione in regione della legge 328/00 sull’integrazione socio-sanitaria: a ricordarlo sono stati in tanti, da don Pino Puglisi di Fondazione Città Solidale a don Alfonso Velonà, da Giacinto Nanci dell’associazione di medici di famiglia “Mediass” – che ha posto l’attenzione sul dato dei 300mila malati cronici in più della Calabria – ad Isolina Mantelli, che invece ha rimarcato l’importanza di dare il giusto riconoscimento alle “case rifugio” che danno accoglienza alle donne ed ai loro bambini vittime di maltrattamenti; da Ninetta Cristallo, attenta alle esigenze delle persone che vivono un disagio mentale, ad Enzo Nania della Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato Oncologico.
Al primo posto, dunque, gli svariati bisogni delle categorie più svantaggiate, che rifuggono da ogni episodio di conflitto: “La Riforma del Terzo Settore ci impone di attivare rapporti di collaborazione tra le istituzioni e gli enti del terzo settore – ha affermato Stefano Morena, direttore del Centro Servizi al Volontariato “Calabria Centro”- E’ bene che la cittadinanza e chi gestisce la cosa pubblica imparino a confrontarsi per fare fronte comune nella soluzione dei bisogni”.
Dal canto loro, i sindaci di Soverato e Catanzaro, Ernesto Alecci e Sergio Abramo, non hanno nascosto le proprie perplessità in merito all’utilità dei “tavoli tecnici” ai quali finora hanno partecipato in Regione: “Mi sono stancato di lavorare con chi non ha competenze” – è stato il commento di Ernesto Alecci – La Regione trasferisce ai comuni capo- ambito le stesse risorse per soddisfare un numero sempre più elevato di bisogni. E’ tempo invece di operare tutti insieme in maniera integrata nell’ufficio di Piano”. Più pragmatico come sempre il sindaco Abramo: per lui, infatti, è una questione di “metodo”, visti gli scarsi risultati finora raggiunti.
“Sapevamo che questa riforma non avrebbe portato a nulla –ha ribadito il sindaco di Catanzaro – Del bilancio di 6,5 milioni di euro la Regione ha destinato solo le briciole al sociale, e la maggior parte dei comuni calabresi è in dissesto. A questo punto credo sia opportuno rivolgersi all’intera giunta regionale per avere contezza di quanto voglia realmente investire nel settore”.
Ufficio stampa CSV Calabria Centro