L’iniziativa sostenuta anche dai figli dell’attore tropeano Eleonora, Saverio e Arabella che propongono inoltre l’allestimento di una mostra permanente con costumi e materiale di scena
L’associazione Vibo Città Antica – Il Salottino, presieduta da Domenico Grillo, ha avanzato al sindaco Enzo Romeo e all’assessore alla Cultura Stefano Soriano la richiesta di intitolare il nuovo Teatro comunale all’attore teatrale e cinematografico calabrese Raf Vallone, le cui spoglie riposano nella cappella di famiglia al cimitero di Tropea. Una proposta deliberata all’unanimità dai soci de “Il Salottino” già nel maggio 2022. Con la lettera attuale, l’associazione rinnova questa richiesta, auspicando un’inaugurazione «che coinvolga direttamente i figli dell’attore: Eleonora, Arabella e Saverio». Grillo, a nome dei soci, inoltre, ha ricordato al sindaco e all’assessore che «nel 1960 Raf Vallone è stato premiato a Vibo Valentia con l’assegnazione della Valentia Aurea» e che «è l’unico attore di fama internazionale nato in provincia di Vibo Valentia».
L’associazione inoltre, ha evidenziato nella richiesta formale come tutto questo porterebbe «notevoli ricadute positive per la città: riconoscimento internazionale per la straordinaria fama dell’attore, trattandosi del primo teatro intestato a Raf Vallone». Una proposta di cui è già al corrente anche il figlio Saverio: «Nel recente incontro che abbiamo avuto presso la sede dell’associazione – ha evidenziato Grillo nella richiesta avanzata al Comune -, Saverio Vallone ha apprezzato la nostra proposta e ha esultato per tale richiesta. Essendo anche lui nel mondo dello spettacolo, sia come regista che come attore, unitamente alle sorelle Eleonora e Arabella, ci ha assicurato che si prodigheranno affinché l’inaugurazione abbia una risonanza in campo nazionale e la creazione di una mostra teatrale permanente dei costumi e del materiale di scena di Raf Vallone. Il che – ha sottolineato in conclusione Grillo – sarebbe un ulteriore richiamo turistico e culturale per la nostra amata città».
Nel cuore di Raf non solo pellicole, ma anche calcio e giornalismo
Calabrese doc Raf Vallone, che fu anche partigiano, nacque a Tropea il 17 febbraio 1916 e scomparve a Roma 31 ottobre 2002 e nella sua lunga esperienza di vita non fu soltanto dedito al teatro.
Tra le sue passioni più note al grande pubblico c’erano anche quelle di calciatore, cresciuto nel settore giovanile del Torino, e di giornalista, prima redattore capo de l’Unità e poi critico cinematografico per La Stampa. Dalla prima pellicola in cui recitò nel 1942 “Noi vivi” di Goffredo Alessandrini, all’ultima “Toni” nel 1999 per la regia di Philomène Esposito, passando per “Riso amaro”, “Non c’è pace tra gli ulivi”, “La Ciociara”, “L’avvocato del diavolo”, fino a “Il padrino – parte III”, Vallone fu sempre al centro del mondo cinematografico nazionale ed estero, rientrando a piano titolo anche nel jet set internazionale che tanto amava ricevere nella sua villa di Sperlonga.
Furono ben 72 i film in cui recitò e 20 le comparse televisive, da “Jane Eyre”, regia di Anton Giulio Majano (miniserie del 1957), a “Vino santo” (nel 2000). Una carriera ricca di soddisfazioni, amicizie e riconoscimenti, il più importante fra tutti è certamente il David di Donatello, il premio Oscar italiano, che ricevette nel 1962 come miglior attore nel film “Uno sguardo dal ponte” diretto da Sidney Lumet, basato sull’omonimo dramma del 1955 dell’autore newyorkese Arthur Miller.
Fonte: ilVibonese