Milano, 29 settembre 2014 – Terzo settore, partecipazione, democrazia e innovazione: sono stati questi i temi al centro del seminario nazionale del progetto FQTS per la formazione dei responsabili del terzo settore del meridione, che si è svolto dal 26 al 28 settembre a Milano.
Obiettivo: trovare strade nuove, produrre valori e concretizzare l’idea di un benessere sociale diverso e sostenibile.
Tutto questo è stato possibile attraverso un nuovo metodo di partecipazione attiva e di confronto che ha visto protagonisti i 350 partecipanti, delle sei regioni del Sud (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia) per favorire nuove modalità di dialogo sia personali che tra le organizzazioni di appartenenza e nei territori, che possano essere un modello da esportare per la soluzione di questioni sociali e ambientali non più rinviabili.
“Il terzo settore italiano, che già opera in un’ottica di sostenibilità, ha un ruolo fondamentale per contribuire a sensibilizzare i vertici globali della politica e dell’economia all’utilizzo di un nuovo linguaggio per cambiare un modello economico, finanziario e culturale che non ha funzionato”.
E’ questa la raccomandazione che Jeffrey Sachs, professore della Columbia University ed economista di fama mondiale, ha rivolto direttamente ai rappresentanti del terzo settore intervenendo in video conferenza in apertura della tre giorni milanese.
Leonardo Becchetti, professore dell’università di Tor Vergata, ha definito questo nuovo modello con il termine “low profit” : “l’economia sociale è di per se sostenibile quindi contribuisce naturalmente allo sviluppo della società secondo criteri innovativi” ha affermato intervenendo in chiusura della tre giorni milanese.
I lavori sono proseguiti con gli otto laboratori dedicati all’approfondimento di alcuni articoli della Costituzione: lavoro, istruzione, giustizia, salute e benessere, pace e cooperazione, tutela dei beni comuni, ambientali e culturali.
“C’è la voglia di allargare questa buona pratica formativa a tutto il Paese. Infatti, dopo 5 anni di formazione nelle regioni meridionali, la mancanza di un confronto con le altre regioni vedrebbe il rischio di rafforzare la separazione tra il Nord e il Sud contribuendo a costruire modelli e politiche di terzo settore sempre più ripiegate sulle problematiche locali. La diffusione di disuguaglianze, povertà e illegalità non è un problema che appartiene solo al Sud ma all’Italia intera, come dovrebbe appartenere all’Italia il sistema del terzo settore” ha commentato Mauro Giannelli, coordinatore nazionale del progetto FQTS.
“FQTS è un intervento strutturale e necessario a rafforzare i legami di rete fra le associazioni e i territori e saremmo contenti se potesse divenire un progetto nazionale” ha dichiarato Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione CON IL SUD, che sostiene economicamente il programma.