L’aria che si respira attorno alla sanità calabrese è ormai “cancerogena”, e sembra avvolgere tutti coloro che si ritrovano a doverla “respirare”. In primo luogo gli ammalati cronici, che ormai, complice la pandemia, hanno rinunciato a curarsi. Ma c’è chi, per loro, continua a far battaglia: la rete di associazioni operanti in campo socio-sanitario, “Insieme per i malati” (alla quale aderiscono Favo, Acmo, Cal.m.a, Aned, CittadinanzAttiva, Avulss, Ave-Ama e CASM) non si dà per vinta, e dopo aver incontrato i vertici della sanità calabrese, aver manifestato alla Cittadella e aver denunciato le innumerevoli disfunzioni sanitarie di cui si è resa testimone alla stampa locale, ha deciso di andare avanti con la costituzione di un “Osservatorio” quale luogo privilegiato per raccogliere le denunce e farsene portavoce con le istituzioni.
A sostenere la rete e l’intero progetto sono il CSV Calabria Centro, accanto ai volontari sin dagli inizi, ed il Forum del Terzo Settore di Catanzaro-Soverato, che ha promosso un incontro, contestualmente in presenza nella sede dell’Arci Calabria a Catanzaro e da remoto, con il nuovo portavoce regionale, Luciano Squillaci. Ad esporgli i fatti Enzo Nania, in rappresentanza dell’Acmo regionale e della Favo nazionale, e Guglielmo Merazzi, vicepresidente del CSV: “Mai come ora abbiamo bisogno di una rivoluzione – ha espresso Merazzi senza mezzi termini, alla presenza del presidente del CSV Calabria Centro, Luigi Cuomo, e del portavoce del Forum di Catanzaro- Soverato, Giuseppe Apostoliti – Qui si continua a negare il più elementare dei diritti, quello alla salute. Abbiamo ben compreso come la politica “ospedalocentrica” fin qui portata avanti sia stata fallimentare, e quanto invece occorra rilanciare la medicina territoriale e di prossimità. Stiamo ancora pagando il prezzo della mancata integrazione socio-sanitaria nella nostra regione, nella quale si è pensato solo ad alimentare gli sprechi e a distrarre i fondi dal sociale al sanitario”. L’idea dell’Osservatorio, dunque, come ha spiegato Nania, si lega alla necessità di poter evidenziare le più disparate questioni che non troverebbero spazio altrimenti, e di facilitare l’incontro con le istituzioni e la partecipazione ai tavoli di programmazione, dopo aver seguito, senza risultati ma solo con “rimbalzi di palla”, le strade del confronto e della mediazione con i livelli più alti dell’Asp di Catanzaro e della Regione Calabria.
“Il Forum regionale del Terzo Settore guarda con interesse quanto si sta facendo a Catanzaro – ha risposto Squillaci, intervenuto all’incontro di martedì pomeriggio da remoto – La pandemia ha messo in luce l’estrema fragilità della sanità calabrese, devastata dagli undici anni di Piano di Rientro e da livelli di assistenza ridotti. C’è bisogno di luoghi come questo per crescere e costruire un percorso a più livelli che porti a proposte concrete, perché in Calabria non tutti parlano di sanità con cognizione di causa. Prova ne è la recente costituzione di un Dipartimento regionale unico, utile forse più a livello amministrativo che “nella sostanza”. Eppure il Terzo Settore avrebbe molto da dire in ambito socio-sanitario, ed il fatto che sempre più sia richiesta la sua presenza ai tavoli tematici per la programmazione dei Piani di Zona, come prevedono le recenti linee guida sull’amministrazione condivisa, è un primo importante passo verso una maggiore integrazione a livello territoriale”.
Ai successivi interventi di Ninetta Cristallo per l’associazione Ave-Ama, di Luana Maurotti di Calabria Malati Autoimmuni (Cal.m.a) e di Caterina Iuliano in rappresentanza del Coordinamento delle Associazioni di Salute Mentale (CASM), è seguita infine la pianificazione conclusiva di una conferenza stampa che illustri quanto prima i contenuti dell’Osservatorio, aperto alla partecipazione di altre associazioni che ne condividano le finalità e che si spendano per esse.
Ufficio stampa CSV Calabria Centro