Prosocialità: un nuovo modo di far didattica per accogliere ed integrare il popolo rom

aizo convegno 2015

Nella Sala Consiliare dell’Amministrazione Provinciale di Catanzaro non si sono ritrovati solo il presidente nazionale Carla Osella dell’Associazione Italiana Zingari Oggi, i coordinatori del progetto “S.MI.L.E. Final Meeting” finanziato dalla Comunità Europea, rappresentanti istituzionali ed operatori sociali territoriali (quali Gabriella De Luca, presidente dell’associazione “Terra di Confine” nonché membro attivo del direttivo nazionale dell’Aizo), ma anche educatori che vogliono seriamente impegnarsi affinché l’integrazione delle persone di etnia Rom abbia inizio tra i banchi di scuola.

Il progetto, del resto, così come illustrato dai responsabili Fabrizio Boldrini e Maria Rita Bracchini, che ha avuto la durata di due anni ed ha portato avanti una ricerca sull’inclusione scolastica dei minori Rom in cinque Stati europei (Italia, Gran Bretagna, Croazia, Bulgaria e Belgio), ha inteso dare vita ad un nuovo senso di comunità basato sul concetto di “prosocialità”.
E’ proprio nell’idea di fare qualcosa per gli altri senza aspettarsi risultati – com’è da intendersi nella declinazione del termine “prosocialità” – che “S.MI.L.E” ha voluto calarsi nelle cinque realtà scolastiche europee prescelte per infondere una nuova idea di didattica tra gli educatori chiamati ad accogliere ed integrare.

E dopo i saluti d’apertura di Angela Pulvirenti della Prefettura, e di Pino Tommaseo in rappresentanza dell’Amministrazione Provinciale, è spettato a Carla Osella (con la moderazione della giornalista Giulia Zampina) dare avvio alla prima delle due giornate del convegno nazionale Aizo a Catanzaro: “Con la presentazione del progetto europeo, ormai in fase di conclusione, si vuole mettere in evidenza come la scuola rappresenti, per quella che è la più grande minoranza al mondo, la prima vera forma di emancipazione – ha dichiarato la Osella, che ha fondato l’Aizo nel ’71 – E’ proprio nella scuola che occorre investire per spezzare il cerchio dell’indifferenza che avvolge il popolo Rom. E’ un popolo inviso, che ha vissuto e vive ancora l’intolleranza di chi li definisce “vuoti a perdere”, “persone inutili”, “le meduse d’Italia”. Eppure resta una grande nazione senza territorio che non può essere considerata solo per questioni di ordine pubblico e di sicurezza”.

Nel corso delle due giornate ci sarà spazio per l’illustrazione delle varie esperienze europee e per il fucus group con il coinvolgimento di studenti e genitori rom e sinti.

 

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