La conoscenza aiuta ad avere meno paura: la storia di Teresa

La storia di Teresa Marchio, volontaria a tutto tondo, che abbiamo scritto all’indomani dell’esplosione avvenuta  nel quartiere Lido di Catanzaro che l’ha vista protagonista, è online sulla prima pagina di “Buone Notizie” del Corriere della Sera. Per noi la soddisfazione più grande è quella di avere dato una “buona notizia” della nostra terra, di cui tanto si parla, ma, purtroppo, per motivi diversi.

Teresa Marchio, la (piccola) grande donna che indossa tre divise

Una è quella della Croce Rossa Italiana, l’altra dei Diavoli Rossi specializzati nell’attività di antincendio boschivo e l’ultima dei Vigili del Fuoco. La mia è una scelta di vita: ho scelto di dedicare tutto il mio tempo libero al volontariato

Teresa Marchio ha 41 anni e tre divise. Una è quella della Croce Rossa Italiana, che ha indossato per la prima volta a soli quattordici anni. L’altra è quella dei «Diavoli Rossi» – storica realtà di volontariato di Protezione Civile con sede a Tiriolo, in provincia di Catanzaro, specializzata nell’attività di antincendio boschivo. L’ultima, ma non per importanza, è quella che invece ha scelto di continuare a portare, anche dopo aver concluso l’anno di Servizio Civile, nei Vigili del Fuoco. Ma delle tre non c’è una divisa che Teresa ami di più, perché tutte e tre stanno a identificare lo stesso obiettivo per cui le indossa: salvare vite umane. Ed è da più di venticinque anni che Teresa si dedica anima e corpo alla formazione continua per saziare la propria fame di conoscenza: «Sono sempre più convinta – afferma risoluta Teresa – del fatto che non ci si possa improvvisare quando si va a prestare soccorso. Si può intervenire solo se si è in sicurezza, altrimenti non serve rischiare la propria vita. E la conoscenza ti fornisce gli strumenti utili per uscire indenni dinanzi a una situazione di pericolo».

La paura, continua Teresa, è la compagna fedele in ogni missione, ma purché non predomini sull’operatività è necessario fare leva, appunto, sulla conoscenza: e di sicuro Teresa avrà avuto paura quando si è casualmente ritrovata, qualche settimana addietro, ad individuare un imminente pericolo alla vista di un furgone in fiamme nel quartiere Lido di Catanzaro. Gli anni di formazione, le prove e i sacrifici fatti nel corso degli anni per divenire una volontaria preparata ed essere di aiuto agli altri, le hanno permesso di comprendere all’istante che la fiamma che stava fuoriuscendo dal furgone che avanzava davanti a lei, in una domenica pomeriggio, al rientro a casa dal lavoro, non era una fiamma qualunque. Il furgone, infatti, trasportava bombole di ossigeno, e da lì a poco ci sarebbe stata una terribile esplosione. Teresa non ha perso tempo: è uscita dalla macchina e si è diretta di corsa verso due ragazzi, che cercavano di spegnere le fiamme, per metterli in salvo, allontanandosi solo dopo essersi assicurata che in quella zona, per fortuna un po’ lontana dal centro abitato, non si trovasse più nessuno di passaggio. Dopo pochi istanti la bombola, con un boato assordante, è schizzata via sull’asfalto come un fulmine, cozzando da un muro all’altro, da un marciapiedi all’altro, fino a scaricarsi. L’altra bombola, esplosa immediatamente dopo, è letteralmente «volata» su un tetto, lasciandosi dietro vetri rotti e grida di terrore. Ma nessun ferito, grazie a Dio. E grazie a Teresa, che solo la causalità ha spinto fin lì.

Per lei, «eroina» per un giorno, sono state avanzate domande di elogio e di encomio solenne, ma Teresa, abituata a non tirarsi mai indietro davanti alle missioni più rischiose, preferisce non parlarne. «Certo mi fa piacere – commenta arrossendo – ma non sono un eroe. La mia è semplicemente una scelta di vita. Con passione ho scelto di dedicare tutto il mio tempo libero, i miei fine settimana, le mie vacanze di Natale, le mie estati e i miei inverni al volontariato. E non lo faccio solo per gli altri, ma soprattutto per me. Sentirmi impegnata per le nobili cause della Croce Rossa, dei Diavoli Rossi e dei Vigili del Fuoco mi fa stare bene, anche se mi alzo all’alba alla domenica e torno stremata alla sera, anche se fuori imperversa il temporale e mia madre mi aspetta alla finestra. Forse ha ancora più senso spendersi per gli altri in condizioni estreme e nei giorni di festa, perché davvero quello che fai e che ti costa un grande sacrificio acquista valore».

Con eguale franchezza, Teresa ammette di avere incontrato non poche resistenze all’inizio. L’essere donna, per giunta piccola e minuta, in effetti non corrisponde ai canoni di chi è abituato a vedere nel volontario alto e muscoloso, di sesso maschile, il vigile del fuoco o l’operatore di Protezione Civile ideale. Ma Teresa ci ha impiegato davvero poco a far capire che l’agilità, la tecnica ed il cervello aiutano a compensare tutto il resto: in prima linea in diverse missioni speciali, Teresa ha macinato chilometri e ha studiato più degli altri frequentando corsi in tutta Italia e a proprie spese, fino a diventare una «disaster manager» a livello nazionale. La passione per quello che ha scelto di fare è talmente contagiosa da essere ormai riconosciuta ed apprezzata dai suoi «colleghi» maschi che l’hanno eletta anche caposquadra dei Diavoli Rossi.

E pure l’Unità di Protezione Civile regionale si affida alla sua competenza per la formazione di centinaia di giovani volontari nella campagna di sensibilizzazione nazionale sulle calamità naturali «Io non rischio», così come il Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro, che da anni si avvale della collaborazione delle associazioni di Protezione Civile del territorio per l’organizzazione dei campi destinati agli under 15. «Essere chiamata a formare giovani volontari alle pratiche della Protezione Civile – prosegue Teresa – mi riempie d’orgoglio. È anche un modo per diffondere la cultura del volontariato che purtroppo si è un po’ persa, specie tra i più giovani, che nella ricerca del lavoro spesso abbandonano gli impegni presi o li utilizzano come ripiego».

Non tutti possono dire di avere un cuore che batte ogni giorno per il volontariato, e non a tempo, come Teresa: decisivo, per lei, è stato anche l’incontro con Mimmo Rocca, fondatore dei «Diavoli Rossi», sul cui esempio si sono formate generazioni di volontari calabresi, che hanno visto in lui l’emblema del volontariato puro e gratuito, che nemmeno uno stato di disabilità permanente – come l’essere costretto su una sedia a rotelle – può scalfire. Ma c’è da dire – aggiungiamo noi – che il seme della solidarietà attecchisce non ovunque. E non ovunque trovi volontari convinti e formati, con la testa e con il cuore, come la piccola, grande Teresa.

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