L’attenzione agli ultimi le deriva dalla vicinanza sin da piccola al gruppo Emmaus di Catanzaro. Ljdia Musso, fotografa ed esperta di marketing e comunicazione, ha trasferito sui suoi scatti la sensibilità innata nel cogliere frammenti di umanità tra chi vive in condizioni di marginalità. Ed al momento inaugurale della mostra dei suoi lavori – che saranno esposti fino al 25 luglio all’ex Comac di Soverato, contestualmente alla mostra sull’usato della Comunità Emmaus a Satriano – ha fatto riferimento agli scritti dell’Abbè Pierre, fondatore di Emmaus, che ha inteso sfidare “l’ipocrisia incosciente delle persone fortunate, sbattendo loro in faccia lo scomodo spettacolo della sofferenza e della miseria ingiuste dei più disperati..”.
Ad averla formata, quindi, è stata l’”insolenza” necessaria dell’Abbè Pierre e di chi, seguendo il suo esempio, intende restituire dignità ai senzatetto del mondo attraverso l’impegno di Emmaus, che nel territorio di Catanzaro ha la sua guida in Mariaconcetta Infuso. In prima linea, oltre ad Emmaus, a sostenere l’iniziativa della Musso, che ha esposto i suoi lavori in altre città d’Italia, sebbene con riadattamenti sempre diversi, anche l’amministrazione comunale di Soverato ed il Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro, rappresentato per l’occasione dal presidente Luigi Cuomo, dalla referente dell’area promozione Giulia Menniti, e dall’addetta stampa Benedetta Garofalo in qualità di moderatrice dell’incontro. Ad intervenire, dimostrando pieno apprezzamento per il significato della manifestazione, che restituisce centralità alla marginalità sociale di fronte alla quale si è soliti girarsi dall’altra parte, sono stati anche Katia Vitale, che, come parte integrante del Centro Calabrese di Solidarietà, ha posto l’accento sullo stato di marginalità che vivono sulla loro pelle le persone soggette a dipendenze, e Caterina Iuliano, in rappresentanza dell’associazione “Don Pellicanò” e di Ama Calabria, che ha ricordato l’impegno per le famiglie e le persone con disagio di natura psichiatrica, emarginate perché vittime di uno stigma sociale difficile da abbattere. Non hanno fatto mancare il loro affetto don Michele Fontana, vicario episcopale a Soverato, i soci, i volontari e gli ospiti della comunità Emmaus che hanno voluto anche ricordare la vicepresidente Rosaria Pasceri, da poco scomparsa.
Le ventinove fotografie che compongono la mostra, con l’utilizzo di reti di materassi incrociate come espositori, seguono un percorso urbano – in cui non vi è differenza tra chi dorme per strada a Marsiglia, Londra, Milano o a Catanzaro, su giacigli di fortuna, in compagnia di un cane o di un orsacchiotto – che si alterna a quello mediterraneo degli ambulanti sulle spiagge, che oltre a tovaglie e prendisoli, si portano dietro i loro bambini avvolti in fasce. Le immagini ritratte, a scopo documentale, si adattano di volta in volta al contesto in cui vengono mostrate, e spingono a far riflettere senza ricadere in sterili pregiudizi. Sono scatti che non possono essere guardati in maniera frettolosa, perché anche dietro a quella che appare una scelta incomprensibile di vita possono celarsi motivazioni che nessuno saprà mai e che chiedono rispetto.
Già fissati i momenti di approfondimento che saranno collaterali alla mostra fotografica ed a quella sull’usato di Emmaus (i proventi raccolti andranno infatti a sostegno della comunità a Satriano): martedì 21 è prevista la testimonianza degli operatori dei Centro Calabrese di Solidarietà; giovedì 23 della chiesa ortodossa; venerdì 24 dei volontari della “Don Pellicanò” e di Ama Calabria; sabato 25, al momento conclusivo, non mancheranno i volontari dell’Aifo ed i rappresentanti della giunta comunale e del CSV di Catanzaro per il saluto di commiato.
Ufficio stampa CSV Catanzaro