La nota del presidente Merazzi sulla pronuncia di incostituzionalità del decreto Calabria bis

Povera Calabria e, soprattutto, poveri calabresi!
E’ di questi giorni la notizia che la Consulta ha rilevato la parziale incostituzionalità del decreto Calabria bis. Molti esponenti del mondo politico regionale si sono affrettati a dichiarare “io l’avevo detto” o “non si può sottrarre alla regione la potestà programmatoria” e via dicendo. Altri, già pronti a considerare chiusa la fase del commissariamento, pregustano la possibilità di riavere piena competenza con i poteri decisionali su circa i due terzi del bilancio regionale.
Nessuno, però, si è interrogato sul perché di una dissennata politica sanitaria riservata ai calabresi dall’insipienza e incapacità dello Stato che ha ritenuto sufficiente la nomina di vari commissari, rivelatisi spesso del tutto incompetenti, senza interventi seri e concreti su una struttura davvero inadeguata e insufficiente.
Nessuno, almeno fino ad ora, si è posto il problema di cosa abbia significato per i calabresi questo lungo periodo (circa 11 anni) di commissariamento e di quali e quanti disagi si siano dovuti sobbarcare. Disagi, spesso al di là di ogni sopportazione, con sacrifici enormi conseguenti alla denegazione di diritti essenziali e alla crescita esponenziale dei costi a carico degli utenti. Nessuno si è posto la domanda di quanti calabresi abbiano perso la vita per carenze o per mancanza di assistenza.
Nessuno, in tutti questi anni, ha affrontato seriamente e in maniera risolutiva il problema degli ospedali chiusi, di servizi sospesi per ferie, della mancanza assoluta di servizi di prevenzione e  della quasi totale assenza della medicina di prossimità e di presidi sanitari sul territorio. Un territorio orograficamente complicato e di per sé fonte e origine di ulteriori disagi, in conseguenza di inesistenti e precarie vie di comunicazione. A chi, quindi, attribuire la responsabilità di cotanto sfascio? Certamente non può non essere rilevata la colpa dell’’intera classe politica o almeno di tutti quelli che si sono avvicendati alla guida del Paese  o alla guida delle istituzioni locali, con le Regioni al primo posto. E non mancano, peraltro, altre responsabilità. Chi, quindi, di tutto questo sarà chiamato a rispondere? Chi dovrà risarcire i danni ad un popolazione vessata, emarginata dal contesto nazionale e privata di fondamentali diritti costituzionali ( si pensi ai Lea)?  Altro che superticket, i calabresi devono essere in primis indennizzati e contestualmente ripagati con l’immediato e radicale cambiamento del Servizio Sanitario Regionale e con il conseguente rilancio di servizi efficienti e massimamente accessibili a tutti!
Tuttavia, di una cosa siamo certi: occorrerà evitare di cadere dalla “brace” del governo nazionale alla “padella” di un’insipiente classe dirigente regionale.
Guglielmo Merazzi
Presidente CSV Calabria Centro

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