Dopo decenni di accoglienza, di lotta, di solidarietà e di impegno a fianco e in favore degli ultimi oggi le nostre comunità rischiano di chiudere definitivamente per l’impossibilità di proseguire con le proprie attività di autofinanziamento, attualmente interrotte a causa dell’emergenza imposta dalla diffusione del Coronavirus.
Il movimento internazionale Emmaus fondato dall’Abbé Pierre – con oltre 400 comunità sparse nel mondo – da più di 70 anni accoglie in maniera incondizionata persone con difficoltà di tipo economico, sociale e umano, e lo fa con il contributo fondamentale delle stesse persone accolte le quali, uscendo dal circuito assistenziale, si permettono anche il ‘lusso’ di diventare a loro volta individui in grado di donare e di finanziare la solidarietà.
Una realtà, la nostra, che in Italia conta attualmente 18 comunità diffuse dal nord al sud della Penisola, e che accoglie gratuitamente – senza retta o qualunque altro tipo di contributo – più di 200 persone: un impegno capace non solo di far risparmiare ogni anno alla collettività più di 5 milioni di euro, ma anche di contribuire al finanziamento di atti di solidarietà a livello locale, nazionale e internazionale, che si traducono nel concreto sostegno verso chiunque si trovi in condizioni di miseria e di sofferenza o che rischi la vita nelle zone di guerra o nel tentativo di attraversare il mar Mediterraneo: poveri che aiutano altri poveri senza dover chiedere niente a nessuno.
L’attività di autofinanziamento sulla quale si fonda Emmaus fin dalle sue origini è quella dell’economia circolare, che si sviluppa attraverso un servizio di raccolta di materiale a domicilio che viene in tal modo rivalorizzato: un’attività che grazie ai mercatini solidali e sociali dell’usato garantisce anche a persone in difficoltà economica di poter accedere con una spesa minima all’acquisto di mobili, vestiti e oggetti vari, contribuendo al contempo a ridurre l’impatto ecologico-ambientale e lo spreco generati dalla nostra società.
Oggi questo circuito virtuoso rischia purtroppo di arrestarsi se, nelle prossime settimane o mesi, le nostre comunità non potranno riprendere la loro consueta attività.
Per questa ragione facciamo appello a tutti gli amici, ai cittadini, a ogni realtà sensibile, agli organismi pubblici e privati, alle Fondazioni per chieder loro di sostenerci in questo momento di estrema difficoltà con donazioni in denaro affinché non si fermino l’accoglienza e la solidarietà, permettendoci così di uscire dall’emergenza e di ripartire nel momento in cui questa sarà terminata.
Al contempo ci rivolgiamo al Governo e alle istituzioni politiche nazionali, regionali e locali perché mettano in campo, in questo frangente di profonda criticità, agevolazioni e scelte di sostegno economico alle nostre realtà e alle molte altre del Terzo settore, che rappresentano una parte importante ed essenziale del sistema sociale italiano, senza il cui impegno centinaia di migliaia di persone rischiano di ripiombare nella miseria e in situazioni di grave disagio.
Un appello, il nostro, per far sì che non siano sempre i più poveri e chi è più in difficoltà a dover pagare il prezzo più alto in ogni situazione di crisi.
Da parte nostra ci impegniamo a restituire, in termini di accoglienza e di solidarietà, e in modo che nessuno possa essere lasciato indietro, tutto ciò che ci sarà donato; una volta finita l’emergenza, potremo così tornare all’autofinanziamento che ci ha sempre caratterizzato e di cui andiamo fieri.
Franco Monnicchi,
Presidente di Emmaus Italia,
a nome di tutte le comunità e
i gruppi Emmaus Italiani
Si può contribuire facendo una donazione sul conto corrente bancario intestato a Emmaus Italia:
IBAN: IT 52 H 05018 02800 000011012879
Causale: Contributo per la solidarietà-Coronavirus
(le erogazioni liberali potranno essere detraibili dalla dichiarazione dei redditi nelle percentuali consentite dalla legge)