Nell’aggiornamento dell’elenco unico regionale dei farmaci erogabili, inseriti nel prontuario della continuità ospedale – territorio, con nota n.131494 del 19 marzo 2021 da parte del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria, il medico specialista è tenuto a indicare nella ricetta il solo principio attivo, sia in ottemperanza ad un piano terapeutico già avviato che in caso di prima prescrizione.
In buona sostanza, per ragioni dettate dal risparmio sui farmaci, il farmacista si troverà ad ordinare in piattaforma il primo farmaco corrispondente alla prescrizione in base ad una relazione di equivalenza, salvo non compaia sulla ricetta la dicitura di “non sostituibilità” del farmaco da parte dello specialista. Le ragioni di economicità alla base delle nuove disposizioni regionali, tuttavia, non tengono conto di chi tratta una patologia di tipo cronico con farmaci specifici: è il caso, ad esempio, di quanti convivono con disturbi di natura psichiatrica abituati ad assumere più farmaci al giorno, come la giovane Palma La Bella.
Palma non è solo una ragazza piena di vita in cura da anni a causa della depressione, ma è anche presidente di un’associazione di volontariato, “Fiori del deserto”, nata all’interno di una realtà associativa più grande come “Ave-Ama” per dare modo ai ragazzi con disturbi di tipo mentale di esprimersi. Per se stessa, ma anche per i suoi coetanei, ha scritto una lettera in cui motiva lo scoramento che un provvedimento di tal sorta determina in chi sa di non poter andare avanti senza l’apporto dei farmaci. E di “quei” farmaci specifici. “Il benessere dei pazienti, soprattutto di quelli cronici, non può essere sacrificato per motivi di risparmio – è lo sfogo di Palma, che al CSV Calabria Centro riporta il contenuto della lettera diffusa tra gli amici e conoscenti – Non si può cambiare un farmaco da un giorno all’altro, specie per chi è abituato ad affidarsi ad un farmaco preciso. L’equivalente che mi è stato dato si è rivelato “acqua fresca”, e non solo a mio dire. Anche altri hanno notato un peggioramento delle proprie condizioni dopo aver assunto un farmaco generico che dovrebbe contenere la stessa molecola dell’originale. Ma così non è, e non siamo dei “fissati”.”
Sulla questione interviene anche Anna Cristallo, presidente di “Ave-Ama” e fondatrice del CASM (Coordinamento delle Associazioni di Salute Mentale): “La condizione di stabilizzazione per chi soffre di una malattia psichiatrica si raggiunge dopo anni e dopo tanti tentativi. Ed una volta trovata, spesso dopo ricoveri nei reparti psichiatrici, non si può perdere. Il rischio è di ricominciare tutto daccapo, senza poter scongiurare altre ospedalizzazioni”.
Che non si tratti di semplici “fissazioni” ne dà conferma anche la nota dei medici del Centro di Salute Mentale di Crotone del 12 aprile scorso, che si richiama a numerosi studi clinici attestanti l’efficacia dell’equivalente pari al 20% in più o in meno rispetto al farmaco cosiddetto “branded”, a seconda della quantità del principio attivo adoperata o degli eccipienti che variano da una casa farmaceutica ad un’altra.
La conseguenza è che – sempre secondo quanto riportato dalla nota in questione – la risposta terapeutica rischia di non essere la stessa, specie nei confronti dei pazienti che hanno raggiunto un compenso psico-affettivo dopo anni di trattamento e che si ritroverebbero ad affrontare una serie di riacutizzazioni psicopatologiche, sia nel caso in cui l’assorbimento del farmaco fosse inferiore che nel caso in cui risultasse maggiore.
Riguardo, poi, alla “clausola di non sostituibilità” del farmaco comunque prevista, i medici del CSM di Crotone sono ancora più critici, essendo la differenza di costo tra il ticket del farmaco branded e del generico (per un solo farmaco può raggiungere anche l’importo di 120 euro) eccessiva per i pazienti e le loro famiglie, che spesso vivono col solo assegno di invalidità. Senza contare le spese per gli altri farmaci e per le visite periodiche dallo psichiatra.
L’auspicio dei medici, in modo particolare degli psichiatri del CSM di Crotone, di vedere modificata la disposizione vigente, al fine di non far correre il rischio di scompensi clinici ai pazienti, perché impossibilitati a reperire i farmaci che finora hanno potuto assumere gratuitamente e senza problemi, è condiviso da Palma La Bella e da quanti come lei soffrono di patologie croniche. “Siamo già persone che non hanno la fortuna di stare pienamente in salute, che chiedono diritti da garantire e che subiscono ingiustizie, avendo come sola colpa quella di ritrovarsi in una regione “terra di nessuno” – scrive Palma nella sua lettera- Almeno lasciateci le armi per poter restare al fronte”.
Ufficio stampa CSV Calabria Centro