L’Associazione Moica (Movimento Italiano Casalinghe), il Soroptimist, in sinergia con il Centro Antiviolenza, la Casa Rifugio “Mondo Rosa” e il Centro Antiviolenza “Attivamente Coinvolte” si sono uniti in occasione della manifestazione “Una fiaccola di speranza” del 6 luglio 2016 promossa dalla Commissione Pari Opportunità del Comune di Catanzaro in ricordo di Sara e di tutte le vittime di femminicidio.
Tutti questi enti insieme formano una rete di solidarietà che intende prendere una posizione ferma al fine di sensibilizzare e contrastare ogni forma di discriminazione e di violenza presente sul territorio per favorire una “nuova cultura del rispetto” nelle relazioni.
C’è ancora molto lavoro da fare in un paese in cui non si è ancora raggiunto un livello adeguato di contrasto ad un fenomeno che causa la morte di una donna ogni tre/quattro giorni e che ne colpisce una su tre (6 milioni e 788 mila secondo i dati Istat).
Ormai da molti anni i Centri Antiviolenza sono in prima linea nell’aiuto concreto a moltissime donne e minori vittime di violenza maschile fornendo molteplici attività h24: un servizio di ascolto telefonico, percorsi di accoglienza, consulenze legali, colloqui psicologici individuali o di gruppo, accompagnamento di donne e minori, in caso di emergenza, nelle Case Rifugio della rete dei servizi antiviolenza regionale e nazionale. Si tratta di servizio essenziale nato per fronteggiare un problema ancora in gran parte poco conosciuto.
Purtroppo rispetto ai Centri Antiviolenza riconosciuti, specializzati e formati, presenti sul territorio ce ne sono ancora molti che operano privi di tali competenze.
Le stesse “Linee Guida nazionali” in materia stabiliscono requisiti e criteri specifici per l’affiancamento delle donne vittime di violenza, in particolare è richiesta una grande professionalità e formazione. Si chiede alle Istituzioni una particolare sensibilizzazione nei confronti di questa situazione vigilando sul rispetto dei requisiti che devono avere i centri antiviolenza e permettendo altresì la regolamentazione dei centri che soddisfano pienamente questi requisiti, in modo che questi ultimi siano identificati come presidio fondamentale e irrinunciabile contro la violenza maschile nei territori.
Si richiede inoltre una attenzione adeguata alla formazione specifica delle operatrici dei centri, fondamento di ogni intervento a favore delle vittime, con investimenti in percorsi di educazione al rispetto delle donne come unica forma di prevenzione del fenomeno e supportando gli autori dei reati offrendo loro sportelli di ascolto.
L’auspicio dei centri antiviolenza è che tutte le Istituzioni e la Regione Calabria colgano l’opportunità di approntare il riconoscimento e l’accreditamento delle strutture presenti sul territorio.
Non basta indignarsi se una donna viene uccisa per mano del partner o ex partner. Occorrono regole precise e concrete: una vita libera dalla violenza è un diritto di tutte le donne.