Le associazioni manifestano in Cittadella ed incontrano Bevere

Il sit-in che le associazioni di volontariato operative in campo sanitario hanno tenuto lunedì pomeriggio alla Cittadella Regionale è stato portato avanti in maniera pacifica, certo, ma ferma.
Dopo mesi di denunce sulla stampa e di incontri con i vertici della Sanità, ai quali non è seguito quello con la presidente Santelli a lungo atteso, le associazioni sono più che mai intenzionate ad andare avanti in quella che non è una battaglia, ma una questione di civiltà. Il riconoscimento del diritto alla cura e ad una sanità adeguata passa spesso attraverso la sofferenza di tante persone che diventa a un certo punto insostenibile, e di cui i volontari che le sostengono si fanno portavoce. E’ ai fatti che le associazioni guardano, senza entrare nel merito di quanto sia stato risolutivo o meno il commissariamento, ed essi parlano di emigrazione sanitaria, di tempi lunghi per le prenotazioni (anche per gli ammalati più gravi), di carenze di organico, di mancata integrazione tra strutture ospedaliere e tra queste e la medicina territoriale, di pronti soccorsi allo sbando. Nello striscione sostenuto dai volontari presenti – in rappresentanza delle associazioni Favo, Acmo, Calma, Aned, CittadinanzAttiva, Ave-Ama, Casm, Avulss – è stata riassunta a lettere cubitali l’origine di tutti i mali della sanità calabrese: “la disorganizzazione ben organizzata” la fa quindi da padrone nel campo, e ad essa le associazioni, sostenute dal Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro (a manifestare in piazza anche il direttore Stefano Morena ed il vicepresidente Guglielmo Merazzi) e dall’associazione dei medici di famiglia “Mediass”, dicono “basta”.
A ribadirlo, nel corso dell’incontro ottenuto a margine con il direttore generale del Dipartimento regionale della Tutela della Salute, Francesco Bevere, è stata una delegazione di associazioni, composta da Enzo Nania della Favo (Federazione delle associazioni di volontariato in campo oncologico) e dell’Acmo, Luana Maurotti di Cal.m.a (Calabria Malati Autoimmuni), Emilia Celia di CittadinanzAttiva. Le loro richieste, che ben fotografano la reale situazione degli ospedali calabresi che ormai si trascina da anni senza apparente soluzione, sono state ascoltate dal direttore, che ha ammesso quanto esse corrispondano a verità. La riorganizzazione sanitaria, a suo dire, prende avvio dalla ristrutturazione del Dipartimento della Salute da lui guidato, e che si completa affidando a “tecnici ed esperti” la dirigenza delle aziende ospedaliere: quel che è certo, ha continuato Bevere, è che dalle associazioni può venire un valido contributo nella soluzione delle differenti tematiche sanitarie che di volta in volta saranno trattate, e per questo motivo verranno appositamente convocate. Nel prendere commiato dai delegati delle associazioni, Bevere ha così raccomandato loro di avere pazienza, e di porre fiducia nel suo operato, che ha tutta l’intenzione di portare a termine in maniera risolutiva.
Dal canto loro le associazioni aspetteranno quanto serve, nella piena consapevolezza che le rassicurazioni servono, ma non bastano. I fatti, sono quelli che attendono tutti. Malati in primis.

                                                                                                    Ufficio stampa CSV Catanzaro

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