Le persone con disagio psichiatrico meritano la giusta attenzione: l'appello del CASM alle autorità competenti

Riceviamo e pubblichiamo:
Non bastava la grave carenza di servizi sul territorio dell’Asp di Catanzaro: riduzione dei centri di salute mentale e centri diurni fondamentali per la prevenzione, la cura e la riabilitazione. Non bastava la grave carenza di operatori della salute mentale: un esiguo contingente di medici psichiatri e operatori per un numero considerevole di cittadini e cittadine con conseguente aggravio di compiti, responsabilità, stress e frustrazione su di un personale che non riesce, nonostante la competenza e la buona volontà a rispondere adeguatamente ai bisogni di utenti con disabilità psichiatrica e famiglie.
Non bastava la scandalosa penuria di fondi assegnati ai dipartimenti di salute mentale e dipendenze, l’assenza di un budget annuale fisso e verificabile dalla collettività dopo dieci anni per altro, di commissariamento della sanità regionale. Si è arrivati al punto di elemosinare perfino 5.000 euro, richiesti e mai ottenuti, e fondamentali per svolgere le attività ordinarie di ciascuno dei tre Centri diurni del Dipartimento di Catanzaro. Penalizzando in questo modo i servizi territoriali, non solo si gravano di oneri e disagi le famiglie spesso obbligate a ricorrere a cure extra regionali, ma si determina un aumento significativo dei costi a carico del nostro sistema sanitario e di noi cittadini tutti.
Come orientare la costruzione di processi d’inclusione sociale, abitativa e lavorativa e i servizi essenziali di prevenzione e cura della salute mentale, senza adeguato sostegno domiciliare e senza i percorsi personalizzati in comunità terapeutiche o case famiglia assolutamente illusorie, se le condizioni sono queste?
Non bastava tutto ciò: l’emergenza Covid-19 ha fatto emergere lo stato allarmante in cui versa il sistema sanitario meridionale e ancora di più di quello calabrese, facendo pagare come sempre il prezzo più alto alla popolazione più fragile tra cui i cittadini invisibili, i dimenticati, coloro che più di tutti portano il peso anche del pregiudizio.
Non solo sono stati drasticamente ridotti i posti letto nei Servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Catanzaro (ormai sono solo quattro) ma i centri di salute mentale hanno sospeso la loro “attività ordinaria” e non accolgono i pazienti nei servizi con la giusta motivazione che non hanno sufficienti dispositivi di protezione individuale, né prodotti igienizzanti. Hanno sospeso tutte le attività riabilitative, di gruppo e individuali, gli incontri e i sostegni ai familiari, garantendo solo urgenze e tso e il supporto telefonico che non potrà mai raggiungere comunque tutti coloro che potrebbero averne bisogno.
Proprio nel momento in cui, sarebbe stato necessario potenziare adeguatamente i servizi con personale e mezzi al fine di garantire cure e assistenza alle persone più sole, non necessariamente utenti dei servizi ma maggiormente esposte ad attacchi di ansia o a crisi depressive, per prevenire un peggioramento delle condizioni cliniche ed evitare anche pericolose soste nei pronto soccorso!
Abbiamo idea di quante persone oggi si trovino sul nostro territorio con una grave condizione di sofferenza mentale o grave disabilità psico-fisica, all’improvviso private della consueta assistenza e sostegno, chiuse in casa, senza le relazioni sociali e terapeutiche indispensabili per la loro salute, costrette dentro lo spazio limitato e limitante della propria casa dove le tensioni e i conflitti possono esplodere in un attimo?
E che dire delle persone che vivono la condizione della dipendenza e di quelle che stanno nelle strutture residenziali che nessuno controlla o delle persone senza fissa dimora?
Nella consapevolezza che le misure di grave restrizione imposte dalla pandemia si protrarranno ancora a lungo, al fine di ridurre il danno sociale, sanitario ed economico che colpirà inesorabilmente le fasce più deboli della nostra società e restituire fiducia nelle Istituzioni, come Coordinamento delle Associazioni per la Salute Mentale della Calabria (CASM) CHIEDIAMO che s’intervenga con opportuni provvedimenti e con sufficiente impiego di risorse affinché sia predisposto e adeguatamente pubblicizzato un numero verde dedicato a famiglie, pazienti e a tutte le persone che vivono sul nostro territorio regionale che necessitino di un supporto psicologico che aiuti a superare disagi e conflitti connaturati al periodo emergenziale che stiamo tutti vivendo. Chiediamo, inoltre, che tutti i servizi territoriali di salute mentale possano assicurare la continuità terapeutica ai propri pazienti, con accessi (opportunamente contingentati per garantire il distanziamento tra i pazienti) negli ambulatori e possano eseguire gli interventi domiciliari, oggi ancor più necessari, dotati di tutti gli indispensabili dispositivi di sicurezza e di protezione già indicati dal Governo.
Che si provveda al controllo e monitoraggio, ad opera dei Dipartimenti di salute mentale e dipendenze e interventi regionali o statali di vigilanza attiva nei confronti di tutte le strutture regionali pubbliche e private che ospitano anziani e disabili; alla sanificazione di tutti gli ambienti sanitari e sblocco dell’approvvigionamento di mascherine e di ogni altro dispositivo di protezione personale per consentire gli interventi urgenti di cura e la sicurezza degli operatori sanitari e dei soggetti maggiormente a rischio di contagio. I ritardi non sono veramente più tollerabili soprattutto nel momento di estrema urgenza che sta vivendo tutta la popolazione. L’auspicio è che si colga finalmente l’occasione di dare la giusta rilevanza alla tutela della salute mentale fornendo le risorse umane e finanziarie necessarie a garantire l’efficienza dei servizi sul nostro territorio, e che non si lascino più soli medici e operatori della sanità costretti ad acquistare oggi di tasca propria i presidi di sicurezza indispensabili.
 

Caterina Iuliano (coordinatrice della Consulta DSMD Asp CZ)

Anna Cristallo (presidente CASM Calabria

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