Mentre il resto d’Italia e d’Europa va avanti passando dalle discariche agli impianti di trattamento per incrementare l’economia circolare, in Calabria ci ritroviamo nuovamente a fare dei passi indietro, dettati da una situazione definita , ancora una volta di emergenza, ma che è diventata normalità.
“La nostra Regione ha bisogno di un deciso cambio di rotta anche culturale” sottolinea Anna Parretta, Presidente di Legambiente Calabria “che parta dalla riduzione della quantità di rifiuti prodotti”.
“I cittadini calabresi devono essere consapevoli che il nostro attuale modello di sviluppo è incompatibile con l’ambiente e con la tutela della salute e che, anche nelle scelte quotidiane è necessaria la massima attenzione”. “Occorre aumentare, per come previsto dalla normativa vigente. la percentuale di raccolta differenziata ed uscire, prima possibile, dalla logica degli inceneritori e delle discariche, passando da un modello lineare ad un modello circolare costruendo, sul territorio, impianti della filiera del riciclo, a partire dalla realizzazione degli impianti di compostaggio e digestione anaerobica per la produzione di compost di qualità e biometano”.
Le ultime ordinanze regionali tentano ancora una volta di tamponare la ricorrente emergenza rifiuti con soluzioni provvisorie e certamente non risolutive.
“La Calabria deve chiudere definitivamente il periodo delle discariche ma per farlo occorre intervenire concretamente con incentivi che promuovano la nascita di impianti di riciclo nell’ottica di un’economia circolare che faccia bene sia alla salute ambientale sia all’economia regionale e deve al più presto provvedere alla redazione di un programma di analisi e gestione complesso ,che guardi al problema nella totalità regionale e non sussistenziale” afferma Maria Sorrenti del Consiglio Direttivo di Legambiente Calabria.
Sarebbe un errore proseguire nella politica delle discariche che rischia di creare i presupposti per ulteriori nuove emergenze, oltre a ignorare la volontà dei territori, delle amministrazioni locali e gli interventi della magistratura. È, quindi, necessaria una verifica sui piani di gestione da parte degli ATO e sullo stato degli investimenti in relazione agli impianti. Inoltre occorre un controllo stringente sulla raccolta differenziata perché i rifiuti differenziati dovrebbero promuovere nuova ricchezza mentre i costi del servizio sembrano essere sempre più elevati ed a carico dei cittadini.
Secondo Legambiente Calabria bisogna rimettere la salvaguardia dell’ambiente al centro delle nostre politiche in tutti i settori poiché nella nostra Regione tutto parte dal territorio, dalle sue unicità e dalla biodiversità.
Siamo alle porte di una stagione estiva che rischia di dover gestire una bomba ecologica che deturpa il nostro territorio e mina la nostra salute e la nostra economia.
Per vedere, in un prossimo futuro, una Calabria più pulita e libera dai rifiuti, è indispensabile iniziare a cambiare, da ora, la realtà esistente. I cittadini calabresi non hanno più tempo.