L'ennesima beffa ai danni dei malati: la riflessione di Luana Maurotti

Colpa del covid?
Mi fa specie e rimango basita davanti all’indignazione sui social di tanti calabresi in merito alla parodia di Checco Zalone a Sanremo, quando è sotto gli occhi di tutti i seri e gravi problemi che affliggono la nostra regione.
Uno dei quali e non di poco conto è l’annoso problema della “disorganizzazione ben organizzata” della sanità.
Siamo entrati nel terzo anno della pandemia e a tutt’oggi la situazione non solo è peggiorata, ma addirittura possiamo dire che: “siamo arrivati alla frutta”.
Oggi vi voglio parlare di un problema specifico e mettere al corrente per chi non lo sapesse di alcune dinamiche che riguardano i malati cronici.
In Calabria ci sono circa 300 mila malati cronici, il 15%in più del resto d’Italia (dati ISTAT)
Malati che, sia per una probabile diagnosi o per un controllo devono accedere a visita di medicina interna o visita reumatologica.
Parliamo di malattie cronico/degenerative.
Accade che, già prima della pandemia per avere un primo accesso di prenotazione bisognava attendere dai 6/8 mesi.
Già di per sé un fatto grave.
Con l’arrivo della pandemia le cose sono peggiorate e di molto anche!
Prenotazioni bloccate e impossibilità di accedere se non con visite a pagamento.
Ora succede che il reparto in cui si trova questo ambulatorio dedicato, è medicina generale.
Per necessità di posti letto hanno riaperto il reparto covid e i medici fanno spola dal reparto medicina al reparto covid.
Per questa ragione, il primario ha sospeso l’agenda delle prenotazioni.
Ma cosa ben più grave, gente che aspetta la visita da 6/8 mesi si sente dire che non solo la visita viene rimandata, ma che una volta riaperte le agende non verranno richiamati, ma dovranno riprenotare tramite CUP.
Ciò significa che, una persona che già ha aspettato 6/8 mesi, dovrà aspettare un anno almeno per poter accedere.
Questa è l’ennesima beffa ai danni dei malati.
Siamo nel terzo anno di pandemia ed a tutt’oggi non esiste un percorso covid distaccato dagli altri malati.
Non è normale che medici che si occupano di malati con patologie che non è covid, debbano allo stesso tempo occuparsi di malati covid.
Non c’è tutela, non c’è diritto alla cura, non c’è nulla di tutto questo.
Solo amarezza e sconforto davanti a queste dinamiche.
Parliamo anche di prenotazioni al CUP ( Centro Unico di Prenotazione) per poter prenotare una risonanza con dicitura breve, che significa motivo di urgenza, e si deve accedere entro 10 giorni dalla richiesta, ti senti rispondere che non c’è modo di poter accedere a questo esame in quanto non hanno disponibilità di posti.
Certo non è colpa di chi risponde al telefono che per carità sono gentilissimi, ma le disposizioni che hanno.
Cosa curiosa che con la stessa impegnativa si chiama un ospedale di Milano ( parliamo di sanità pubblica) e riesci a prenotare tranquillamente.
Possibile che per poter accedere alle cure bisogna recarsi a migliaia di chilometri di distanza?
Presidente Occhiuto, quanto ancora dobbiamo aspettare? Le malattie non danno tempo. Non seguono le dinamiche politiche. Seguono un decorso che può cambiare solo se si fa in tempo a curare.
Da calabrese m’indigno più per queste dinamiche e tante altre che piano piano metteremo in luce, che per una parodia di un comico.
Mi viene da dire che: “cambiano i musicanti, ma la musica è sempre la stessa”.
 
Luana Maurotti
Coordinatrice rete associazioni “Insieme per i Malati”

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