In una società che tende sempre di più all’invecchiamento, come ormai dimostrano le statistiche nazionali ed internazionali, uno degli aspetti che bisognerebbe maggiormente curare è la messa in campo di azioni sinergiche per garantire una dimensione inclusiva a quanti sono segnati da patologie neurodegenerative, ma anche ai loro familiari. Questo uno degli elementi emersi durante il convegno, dal tema “L’ esperienza del Centro Cassiodoro. La rete dei servizi per le Malattie Neurodegenerative nel territorio di Catanzaro e Provincia”, tenutosi presso la Sala Verde della Cittadella Regionale. Il simposio, organizzato da Fondazione Città Solidale Onlus di Catanzaro, ha avuto al centro del dibattito le varie problematiche che affliggono i pazienti affetti da queste patologie ed anche le famiglie che devono affrontare, con molti sacrifici, la situazione. A moderare brillantemente l’incontro, Bonaventura Lazzaro, direttore sanitario del Centro Clinico San Vitaliano, che ha aperto i lavori della giornata con un video esplicativo delle varie attività che vengono portate avanti presso il Centro Diurno “Cassiodoro”, autorizzato al funzionamento dalla Regione Calabria, e che accoglie persone affette da patologie Neurodegenerative ed offre anche un servizio di assistenza domiciliare. Proprio da questo video del centro, gestito sempre dalla Fondazione Città Solidale, è emerso come questa particolare categoria di pazienti deve essere seguita da un’equipe multidisciplinare formata e specializzata per portare avanti ogni intervento. Tra questi operatori Simona Guerrieri che ha voluto donare la sua testimonianza rispetto al lavoro portato avanti con amore e passione. Successivamente a prendere la parola Padre Piero Puglisi, presidente di Fondazione Città Solidale, che ha voluto portare nel suo intervento la testimonianza diretta di cosa sia essere figlio di un malato di Alzheimer: <<La sensibilità e l’impegno della Fondazione verso queste tematiche nasce anche dal mio vissuto che ha visto mia madre ammalata di Alzheimer, una patologia che ha un impatto fortissimo nelle famiglie coinvolte che si ritrovano a dover affrontare, a volte soli, un vero dramma quotidiano. Il centro Cassiodoro vuole essere il primo passo … realizzeremo anche altri progetti attualmente in cantiere>>. Dello stesso avviso Maria Grazia Muri, rappresentante dell’Ordine degli Assistenti sociali, che ha voluto rimarcare come il ruolo dell’assistente sociale sia fondamentale all’interno di un equipe, non solo dal punto di vista professionale, ma anche per quanto concerne l’amore e la passione che devono essere messi in atto. Ad entrare nel vivo della discussione dal punto di vista medico gli interventi di Maurizio Morelli, neurologo e ricercatore dell’UMG di Catanzaro e Giovanni Ruotolo, direttore di Geriatria presso l’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio. Entrambi hanno fatto emergere come ancora la strada per curare alcune patologie sia lontana dall’essere percorsa, anche se nel corso degli anni, anche grazie alla tecnologia, alla ricerca e alla medicina, molti sono stati i passi in avanti. Altro intervento quello di Elena Sodano, presidente dell’associazione Ra.Gi onlus, che ha presentato il suo lavoro, ormai decennale, con un approccio diverso da quello medico e che vede nel linguaggio del corpo il suo fulcro centrale. Un intervento appassionato e convincente quello della Sodano, che ha messo in evidenza come ci sia la necessità sul territorio catanzarese di aprire nuovi centri che abbiano un’altissima qualifica professionale dal punto di vista dell’equipe e che possano aiutare sistematicamente le famiglie, anche attraverso processi di inclusione sociale dei pazienti. A chiudere il tavolo degli interventi dei relatori Carmela Pisano, assistente sociale, del centro S. Andrea, che ha messo in evidenza l’importanza delle cure palliative, a volte unico faro che può guidare nel mare in tempesta in cui si trovano i pazienti. Presente alla giornata anche Angela Robbe, assessore al Lavoro e al Welfare della Regione Calabria, che, in un accorato intervento, ha sottolineato come bisogna lavorare a pieno ritmo per portare a termine la riforma del welfare in Calabria, e che per fare ciò bisogna puntare al bene comune, soprattutto al bene degli utenti, attraverso un lavoro sinergico con tutte le forze qualificate a farlo e che sono presenti sul territorio. A chiudere il convegno la testimonianza di Teresa Doria, figlia di un paziente affetto da Alzheimer seguito dal Centro diurno Cassiodoro. Con parole emozionate ella ha rivolto il suo grazie agli operatori ribadendo però che bisognerebbe avere maggiore aiuto anche dalle istituzioni, perché le famiglie non si sentano sole nell’affrontare queste difficili situazioni.
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