Il Comitato di Sorveglianza sui Fondi Strutturali destinati alla Regione Calabria, svoltosi qualche giorno fa, ha evidenziato ancora una volta la difficoltà della Regione Calabria a stare al passo con l’incremento di spesa programmata.
Questa difficoltà ha aggravato in modo esponenziale la situazione economica e sociale del nostro territorio, già provato dall’espandersi del focolaio del Corona Virus, acuendo in modo drammatico i bisogni delle fasce più fragili della popolazione calabrese.
La Calabria ha infatti i più alti tassi di povertà e tantissimi nuclei familiari non hanno alcun sostegno; né bastano di certo gli sforzi e le iniziative messe in campo dal Terzo Settore della Calabria.
La Commissione Europea, per far fronte alla emergenza Covid 19, aveva dato indicazioni precise nell’ambito delle priorità di investimento del Fondo Sociale Europeo, proponendo di dare massima attenzione alle esigenze dei cittadini più fragili.
Se si spiegano dunque alcune scelte di riprogrammazione dei Fondi, non si può dire altrettanto del livello di spesa, che per l’asse 10 “Inclusione Sociale” negli anni dal 2014 al 2020 si è fermato ad appena il 9,6% del totale disponibile; né si può passare sotto silenzio il taglio di quasi 30 milioni di euro a valere sullo stesso asse.
Lo storno di tale somma avrà come conseguenza gravi ripercussioni su possibili interventi per dare sostegno ed ossigeno alle fasce svantaggiate della popolazione, che scivolano inesorabilmente verso livelli di povertà dai quali sarà difficile risalire, considerando che secondo le analisi più accreditate la Calabria non si gioverà nei prossimi anni di alcun effetto rimbalzo del PIL.
Occorre dunque invertire la rotta coinvolgendo in modo concreto e continuativo il Partenariato Economico e Sociale, per l’individuazione delle scelte più rispondenti all’attuale grave situazione in cui versa la Calabria.
Portavoce Terzo Settore Calabria
Luciano Squillaci
Fonte: Progettouomo