Il capo dello Stato a San Patrignano. «Nel Dna degli italiani vi è la solidarietà: è triste chiudersi in se stessi, non ci si può arrendere alla paura».
«Nel Dna degli italiani vi è la solidarietà: la nostra cultura, la nostra storia, la bellezza del nostro paese non sarebbero così grandi né così apprezzati nel mondo senza questo dato, questo valore della solidarietà». Sergio Mattarella parla a 1.300 ragazzi nel refettorio di San Patrignano a Coriano, nel riminese. Ma il messaggio è rivolto alla strategia migratoria di Salvini, che sta dividendo l’opinione pubblica italiana ed europea, imperniata sul respingimento delle navi ong di migranti e sull’allestimento di hot spot in Africa. «Il tessuto solidale in un paese è un bene comune prezioso che va sempre considerato, a partire da chi ha responsabilità pubbliche» chiarisce il presidente della Repubblica, chiamando direttamente in causa il governo. «Qui si respira solidarietà – aggiunge tornando sui 40 anni della comunità di recupero per tossicodipendenti -, questo è un patrimonio del nostro popolo».
Solidarietà senza paura
«Di fronte alle difficoltà della vita, della convivenza, davanti ai mutamenti profondi e tumultuosi del nostro tempo si rischia di pensare che chiudersi in se stessi e scivolare nella solitudine possa essere un rifugio: è debole e triste» aggiunge il capo dello Stato, se l’appunto sui casi Aquarius e Lifeline non fosse ancora arrivato al destinatario. «Le preoccupazioni vanno comprese, nessuno ha il diritto di ignorarle ma non ci si può arrendere alla paura» spiega, proprio mentre in Vaticano Papa Francesco chiedeva al presidente francese Macron, il nemico numero uno del ministro dell’Interno, l’apertura di corridoi umanitari per far fronte all’emergenza profughi. Mattarella cita anche il Talmud: «Chi salva una vita salva il mondo intero». San Patrignano, e la nostra Guardia costiera, finora ne hanno salvate davvero tante.
fonte: www.corriere.it