Minori in Calabria a rischio illegalità

In Calabria solo due bambini su dieci (21,8% rispetto alla media nazionale del 31,6%), che frequentano la scuola primaria, hanno il tempo pieno e nel 34% degli istituti scolastici principali non esiste il servizio mensa. Sono alcune delle criticità che emergono dal sesto Atlante dell’Infanzia a rischio “Bambini senza. Origini e coordinate delle povertà minorili”, di Save the Children. La Calabria, mette in luce lo studio dell’organizzazione indipendente che si occupa della salvaguardia dei diritti dei bambini, possiede il tasso più basso di bambini sotto i 3 anni presi in carico dai servizi socio educativi per la prima infanzia, 2,1%, sei volte di meno della media nazionale (13%). Migliaia di minori, poi, pagano un prezzo altissimo all’illegalità e alla corruzione: almeno 85 i bambini e adolescenti incolpevoli uccisi dalle mafie dal 1896 ad oggi – come racconta la prima mappa realizzata in base ai dati forniti dall’associazione Libera – di cui 19 in Calabria (13 solo a Reggio), e molti di più coloro che hanno assistito all’uccisione di familiari, diventati orfani o arruolati giovanissimi nelle file della criminalità organizzata. “La sesta edizione dell’Atlante documenta le deprivazioni più gravi che colpiscono i bambini in Italia – afferma Valerio Neri, direttore generale Save the Children Italia – portando alla luce l’impatto devastante dell’illegalità nelle loro vite. Le mafie e i fenomeni corruttivi esercitano una violenza diretta e indiretta sui minori”. “Illegalità e povertà educativa – aggiunge Raffaela Milano direttore Programmi Italia-Europa Save the Children Italia – si alimentano a vicenda. Vivere in un ambiente deprivato dal punto di vista sociale ed educativo per un bambino significa non avere l’opportunità di scoprire le proprie capacità e i propri talenti e non poter costruire liberamente il proprio futuro”. L’organizzazione, nell’ambito della campagna “Illuminiamo il Futuro”, ha aperto in otto regioni 13 Punti Luce e altri 3 saranno inaugurati il 20 novembre. Si tratta di luoghi socio-educativi in aree urbane svantaggiate che, con l’aiuto di associazioni partner, danno la possibilità a bambini e adolescenti di sviluppare il loro potenziale, grazie ad attività ricreative, sportive, espressive e di sostegno allo studio. Sono più di 4.500 i minorenni che li frequentano di cui 850 in Calabria, a Marina di Gioiosa Ionica (300) e a Scalea (550). L’incidenza della povertà assoluta nelle famiglie con almeno un minore è triplicata tra il 2005 e il 2014, passando dal 2,8% all’8,5%, per un totale di oltre 1 milione di bambini colpiti (410.000 nel Mezzogiorno). Nel Mezzogiorno la povertà assoluta è più estesa – 9,3% di famiglie colpite contro l’8,3% al Nord. La Calabria ha la percentuale maggiore di minori in condizione di povertà relativa, 49,2% su una media nazionale del 19%. A fronte dell’incidenza della povertà assoluta nelle famiglie con almeno un minore, che è triplicata tra il 2005 e il 2014, passando dal 2,8% all’8,5%, restano esigue le risorse stanziate per l’infanzia: la spesa sociale è molto più bassa della media europea, con 313 euro pro-capite, a fronte di 506 euro in media in Europa e dei 952 euro pro-capite della Germania. La Calabria è in fondo alla classifica con 20 euro pro-capite di spesa per l’area famiglia e minori, dodici volte meno dei 242 euro del Trentino, regione più virtuosa, mentre la media nazionale si attesta su 113 euro. A livello provinciale, colpiscono le disparità tra i 393 euro pro-capite di Trieste e i 350 di Bologna e gli 8 euro di Vibo Valentia, i 18 di Crotone o i 20 di Cosenza.
 

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