Da gennaio ad agosto in Italia sono 657 le vittime registrate. Maglia nera per le province di Cosenza e Crotone. Il presidente della Repubblica in occasione della Giornata nazionale: «Scandalo inaccettabile per un Paese civile»
Uno scandalo inaccettabile per un Paese civile, un fardello insopportabile per le nostre coscienze». Usa parole dure il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Giornata in nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro che ricorre oggi, 8 ottobre.
«L’intollerabile e dolorosa progressione delle morti e degli incidenti sul lavoro – continua Mattarella – sollecita una urgente e rigorosa ricognizione sulle condizioni di sicurezza nelle quali si trovano a operare lavoratori. La sicurezza non è un costo, né tantomeno un lusso: ma un dovere cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni persona.
Occorre un impegno corale di istituzioni, aziende, sindacati, lavoratori, luoghi di formazione affinché si diffonda ovunque una vera cultura della prevenzione» – ha concluso il presidente Mattarella.
I numeri di una strage silenziosa
Ed è un tragico bollettino quello che anche quest’anno racconta un’emergenza e una strage silenziosa che non conosce fine. Come emerge dal report dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering sono ancora in crescita gli incidenti mortali sul lavoro, +0,8% rispetto allo stesso periodo del 2022 (gennaio-agosto).
Rosse Umbria, Abruzzo, Basilicata e Puglia. In zona arancione otto regioni tra cui la Calabria. Ci sono poi Campania, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Marche e Liguria. In zona gialla: Veneto, Sardegna, Lombardia, Valle D’Aosta, Emilia Romagna e Lazio. In zona bianca: Toscana e Molise.
In Calabria 13 morti sul lavoro
Complessivamente sono 657 le vittime sul lavoro in Italia in otto mesi, delle quali 500 in occasione di lavoro (+0,8% rispetto a agosto 2022) e 157 in itinere (-13,3% rispetto ad agosto 2022). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (85). Seguono: Veneto (45), Piemonte (42), Lazio e Campania (41), Puglia (38), Emilia Romagna (36), Sicilia (32), Toscana (23), Abruzzo (17), Marche (15), Umbria e Liguria (14), Calabria e Friuli Venezia Giulia (13), Trentino Alto Adige (12), Sardegna (11), Basilicata (6) e Valle d’Aosta e Molise (1).
Crotone e Cosenza rosse
Andando invece ad analizzare l’indice di incidenza della mortalità, cioè il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa, rosse sono le sono le province di Crotone e Cosenza. La provincia pitagorica è prima per l’indice di incidenza della mortalità (75,4). Rossa anche la provincia bruzia (19esimo posto). Gialla la provincia di Catanzaro (59esimo posto).
Tre morti al giorno e 2mila infortuni
«Purtroppo continuiamo a contare tre morti al giorno sul lavoro e oltre 2.000 infortuni, come nel 2008», anno in cui è stato emanato il Testo Unico sulla sicurezza dei lavoratori. È il grido d’allarme del presidente dell’Anmil, Zoello Forni, intervenuto in occasione della Giornata nazionale.
«L’incidente di Brandizzo ha riacceso l’attenzione sui media e dell’opinione pubblica sulle morti sul lavoro, di cui spesso si parla solo nelle occasioni più eclatanti. Sotto i nostri occhi si consuma invece quotidianamente una strage silenziosa».
Purtroppo, ha sottolineato Forni, «il bilancio infortunistico non ha fatto registrare miglioramenti apprezzabili: i dati su infortuni e malattie professionali si mantengono pressoché costanti e ben lontani dall’abbattimento auspicato con la nuova normativa. Nonostante l’attenzione politica e mediatica, lo studio, i progressi normativi e scientifici, c’é ancora una vasta zona d’ombra dentro la quale continuano a prevalere disinformazione, noncuranza, abitudini e fretta, violazione delle regole che il nostro ordinamento ha fissato a tutela dei lavoratori. È necessaria quindi una revisione generale del Testo Unico infortuni, disegnato su una società ormai profondamente cambiata».
Fonte: La CNews