Di Arnoldo Folino si continuerà a parlare, nonostante la sua prematura scomparsa avvenuta tre anni fa. Il suo nome, infatti, sopravvive negli scopi e nelle finalità che contraddistinguono la fondazione, nata per volere della famiglia, a lui intitolata.
Una fondazione che ha visto l’alba il 16 dicembre del 2021 e che si propone di risollevare le condizioni di bisogno in cui le persone versano, con particolare riguardo ai giovani che avvertono il peso del disagio di tipo mentale e alle loro famiglie. Una fondazione, con sede legale a Catanzaro in via Milazzo 9/G, che promuove la beneficenza e il sostegno con beni e servizi alle persone svantaggiate, ma soprattutto la formazione universitaria e la ricerca scientifica di particolare interesse sociale, anche attraverso l’erogazione di borse di studio a studenti meritevoli che non avrebbero altrimenti possibilità per studiare.
D’altronde, Arnoldo era particolarmente dotato per lo studio e l’approfondimento: “Sin da piccolo, alle elementari, parlava di politica. Fece scalpore un tema che scrisse sugli accordi tra Stati Uniti e Unione Sovietica, con i presidenti Bush e Gorbaciov di allora, alla fine della Guerra Fredda – racconta la madre di Arnoldo, Aurelia Ramundo – L’interesse per la storia, la politica ed i temi internazionali l’hanno sempre portato ad eccellere negli studi ed a prevedere addirittura gli eventi, come il conflitto che vede oggi contrapposte la Russia e l’Ucraina”. Ma il suo desiderio più grande era quello di fare il medico, di salvare vite umane: fu facile per lui entrare nella prestigiosa facoltà di medicina di Pisa e superare brillantemente gli esami per i primi tre anni, fino a quando il “male oscuro” non lo investì. Senza una ragione apparente.
“Sono stati anni difficili, Arnoldo non riusciva più a concentrarsi e decise di abbandonare gli studi – continua nel suo racconto Aurelia – Tornò a casa, e per dargli nuovi stimoli decidemmo di lasciare Fuscaldo e di trasferirci nel quartiere Lido di Catanzaro, vicino al mare. Qui Arnoldo ricominciò a rivivere ed a scoprire nuovi interessi, riassunti in un blog di appunti personali e appassionanti di politica”. “Contropinione politica e dintorni” è il titolo del blog in cui Arnoldo convogliò tutte le energie, dirette a denunciare soprusi e ingiustizie e ad appagare la sua sete di giustizia e libertà, anche con punti di vista graffianti e controcorrente per stimolare la dialettica politica. Solo un mese prima della sua morte scriveva: “…L’unica forma di cambiamento di questo mondo oggettivamente pessimo sta nell’ottimistica e realistica presa di coscienza collettiva della propria insipienza, del proprio stato di inferiorità intellettiva, e della propria condizione di sfortunati…per adesso, ancora tutti inconsapevoli. Solo allora, con la presa di coscienza collettiva, il mondo potrà cambiare e potrà diventare quello che noi, con tutto il nostro ottimismo possibile e immaginabile, vorremmo…un mondo etico, giusto e sano”. In queste parole Arnoldo lascia forse in maniera inconsapevole la propria eredità al mondo, quel mondo che criticava ma di cui si sentiva parte integrante nonostante la fragilità della sua condizione che non è mai riuscito ad accettare. La sua mente brillante non si è mai arresa alla malattia, continuando a rimanere attaccata pervicacemente alla vita, fino al giorno dell’incidente stradale che pose fine alla sua storia fatta di speranze, di buoni propositi per il mondo e di grande apertura verso i bisogni degli altri.
“Il 18 marzo 2019 Arnoldo si trovava in una piazzola di sosta dell’autostrada, tra Falerna e Lamezia, quando fu travolto da un grosso camion. Stava tornando a casa, voleva aiutarmi a preparare i dolci per la festa del papà, ma non è mai arrivato. Ed aveva appena quarant’anni”- non ha più lacrime da versare Aurelia, le ha versate per anni, sa di non essere più quella di prima, sa di non avere più la famiglia di allora, ma attraverso il ricordo di Arnoldo ha acquistato una forza nuova che forse non si aspettava di avere, e che la porta a spendersi continuamente nel volontariato, con il Centro Calabrese di Solidarietà prima e con l’associazione “Ave-Ama” adesso. “Arnoldo ha lasciato un ricordo indelebile in quanti l’hanno conosciuto – continua – La comunità di Fuscaldo gli ha intitolato la biblioteca della scuola media, ed ora, assieme a mio marito Francesco, a mia figlia Francesca ed alle mie nipoti Lidia e Giovanna, molto legate ad Arnoldo, abbiamo dato vita alla fondazione per ricordare l’impegno civico e l’attenzione verso gli altri che lo hanno sempre contraddistinto”.
Con parte dell’assicurazione ricevuta per la morte del figlio, Aurelia e i suoi cari hanno quindi messo in piedi una realtà importante sul territorio di Catanzaro, nella speranza di poter inaugurare a breve una sede operativa anche a Fuscaldo, dove Arnoldo è cresciuto, e a Conflenti, il paese paterno dove è sepolto. Due luoghi aperti all’incontro ed alle relazioni, in cui i ragazzi con varie problematiche e le loro famiglie possano superare il dramma dello stigma sociale che attanaglia quanti vivono schiacciati sotto il peso della solitudine e dell’isolamento perché “depressi”. “Il dopo di noi”, in particolare, è il pensiero fisso di Aurelia e di suo marito Francesco che hanno vissuto il dramma di un figlio che ha continuamente bisogno di una figura di riferimento: Arnoldo per loro non c’è più, ma rivive in tutti quei giovani che, di colpo e senza un perché, si sentono fragili e senza più certezza alcuna. Ed è a loro che in particolare la fondazione “Arnoldo Folino” aprirà sempre le porte.
Ufficio stampa CSV Calabria Centro