Noi donne diciamo basta

 

Noi donne diciamo basta

Carfagna e la campagna per la giornata contro la violenza di genere: «Non è normale che sia normale» ROMA Un segno rosso sotto l’occhio contro la violenza sulle donne da condividere su Instagram, Facebook, Twitter attraverso l’hashtag #NonÈ- NormaleCheSiaNormale. È la campagna di sensibilizzazione lanciata ieri dalla vicepresidente della Camera Mara Carfagna nella Sala della Lupa a Montecitorio: «Ogni 3 giorni una donna viene uccisa per mano di chi diceva di amarla — ha detto Carfagna —. Una su tre subisce violenza. Voglio chiedere a tutti di unirsi all’onda e di diffondere il messaggio. Non basta più discutere tra addetti ai lavori, bisogna cambiare la testa delle persone». All’iniziativa hanno aderito tanti personaggi famosi tra cui Fiorello, Maria Grazia Cucinotta, Paola Turci, Claudia Gerini e Alessandro Borghi che hanno ripetuto in un video il gesto di segnarsi il volto con un rossetto. E in sala erano presenti esponenti di tutti gli schieramenti politici, da Maria Elena Boschi a Giulia Bongiorno, da Isabella Rauti a Maria Edera Spadoni. Un segno tangibile che questa è una campagna di tutte e tutti.

Ma a trascinare i cuori fino alle lacrime sono state le testimonianze delle vittime della violenza raccolte da Serena Bortone, Barbara Palombelli, Barbara D’Urso e Monica Mosca. «Le donne non vogliono più essere picchiate in casa loro, non vogliono subire violenze e stupri. E quando succede vogliamo giustizia: rapida, inesorabile, commisurata» ha detto ancora Carfagna.

L’idea è quella di creare un’onda contagiosa sul web che raggiunga milioni di cittadini e cittadine di qui al 25 novembre in cui si celebra la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Ma anche di mettere in piedi un meccanismo giudiziario che non lasci mai più sole le vittime e i loro parenti: «In questi giorni ho depositato un emendamento per creare un fondo per assistere le famiglie affidatarie di orfani di femminicidio» ha annunciato la vicepresidente della Camera. La campagna è stata dedicata a Desirée Mariottini e Pamela Mastropietro, due ragazzine barbaramente uccise e violentate.

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